La ‘Rete sarda Difesa sanità pubblica’ è pronta a scendere in piazza contro il Piano di riordino della rete ospedaliera in Sardegna.
Il Comitato si è dato appuntamento giovedì 7 settembre in piazza Del Carmine, intorno alle 9.30 “per difendere gli ospedali, i servizi sanitari nelle zone disagiate della nostra isola. Lotteremo per la nostra comunità: pretendiamo sanità pubblica e gratuita per tutti”.
 “Due recenti accadimenti fanno ulteriormente riflettere sul triste stato della sanità della regione Sardegna” spiegano gli organizzatori. “Il primo è del 16 agosto. Un’anziana Signora di Seulo cade e perde coscienza. Viene soccorsa dall’ambulanza e trasportata a Cagliari, in quanto all’Ospedale di Isili il telecomandato utile agli accertamenti diagnostici non è ancora funzionante. L’ambulanza approda al Marino, dopo un durissimo e infinito viaggio. “La Signora deve essere trasferita al Brotzu”, viene detto, “qui al Marino non abbiamo più una Neuro-Chirurgia”. L’Ambulanza allora si dirige verso la nuova destinazione, peraltro intasatissima e congestionata. Ci chiediamo in nome di quale strano parametro si condanni una donna centenaria a subire una tale odissea, durata sei ore, iniziata con un San Giuseppe sguarnito dalle lentezze burocratiche, proseguita con un Marino ormai spolpato e conclusasi con una diagnosi che in condizioni normali si sarebbe dovuta effettuare ad Isili: una frattura dell’ulna”.
“Il secondo – spiega il Comitato – risalente a ieri, ci porta a Gesturi, da cui una Signora raggiunge il Pronto Soccorso del Brotzu (questa volta senza scalo) con mezzi propri, avvertendo forti dolori addominali all’altezza dell’appendice. Ma con sua grande sorpresa l’infermiere del triage le viene intimato di recarsi ad Isili. Al San Giuseppe sarebbe, infatti, presente una chirurgia d’eccellenza, proprio a due passi da Gesturi! Peccato che il nostro blocco operatorio e il nostro reparto di chirurgia siano chiusi dal marzo 2016! Ad ogni modo la Signora confida in quanto riferitole e dopo un’altra ora di macchina arriva ad Isili, dove le verrà diagnostica un’infiammazione all’appendice trattabile attraverso terapia farmacologica. Alla luce di questo fatto ci chiediamo: forse il Brotzu è costretto a respingerci per congestionamento? Se così fosse che senso ha minare la qualità e la capacità delle chirurgie periferiche? Che ne sarebbe stato della Signora se il quadro clinico fosse stato ben più grave?
“Quali conseguenze traiamo da questi fatti?
  • Le carenze di dotazione tecnologica del San Giuseppe e degli altri ospedali periferici devono essere urgentemente risolte;
  • Gli ospedali cittadini sono in profonda crisi e non possono riuscire, per defezione o per intasamento, a far fronte alle esigenze delle popolazioni interne;
  • L’indebolimento mortale che la Giunta Pigliaru ha in serbo per le chirurgie dei piccoli ospedali deve essere assolutamente evitato;
  • Le crescenti esigenze sanitarie dei nostri anziani sono sempre più incompatibili con il caos organizzativo e l’assenza di comunicazione che regna nel Sistema Sanitario Regionale;
  • I cittadini utenti, in assenza di profondi correttivi, saranno sempre più esposti ad “odissee sanitari”, sballottati di porto in porto, anche per quadri clinici di media e medio-bassa intensità;
“Per queste ragioni – conclude il comunicato – chiediamo alla popolazione del territorio di partecipare in massa alla manifestazione del 7 settembre. Nessuno, a parte noi stessi, verrà in soccorso delle nostre esigenze”.