Mentre le imprese italiane arrancano quelle avviate in Italia da imprenditori immigrati hanno conosciuto negli anni della crisi una crescita a due cifre. E’ quanto emerge da uno studio di Intesa Sanpaolo. “Negli anni recenti (2011-15), infatti, una riduzione complessiva dello 0,9% delle imprese presenti è la sintesi di una contrazione del 2,9% delle imprese italiane e di un aumento del 21,3% delle imprese fondate da migranti”.

Un successo quello degli stranieri in Italia che dipende anche e soprattutto – come emerge dallo studio – dalla loro capacità di reagire alla crisi, ad esempio aumentando le vendite. Lo studio sull’imprenditoria immigrata in Italia, analizza nel periodo 2012-2015 le performance economico-finanziarie aziendali e il posizionamento competitivo di un campione di oltre 135 mila imprese del manifatturiero e di alcuni servizi più aperti al mercato (alloggio e ristorazione, servizi alle imprese, ICT, trasporti e logistica). Da tempo, in Italia, – spiega lo studio – l’imprenditoria straniera costituisce una quota significativa dell’offerta imprenditoriale e una componente rilevante della demografia industriale. Negli anni recenti e soprattutto durante la Grande Recessione il fenomeno si è ulteriormente rafforzato: a fine 2015 la quota delle imprese condotte da imprenditori immigrati aveva raggiunto il 9,1% del totale.

L’insieme delle evidenze disponibili mostra, in sintesi, che durante gli anni della Grande Recessione l’imprenditoria straniera ha assunto un ruolo e un peso relativo di importanza crescente, contrastando il ridimensionamento dei tassi di natalità delle imprese autoctone e ampliando e diversificando l’offerta di prodotti e servizi. Gli imprenditori stranieri in Italia provengono soprattutto dall’Est Europa (37,7%) e dall’Asia (32,8%), il 15,6% proviene dall’Africa, il 13,9% dall’America Latina. E ‘producono’ lavoro anche se a più basso ‘reddito’: il costo del lavoro per addetto nelle imprese straniere risulta sensibilmente inferiore rispetto a quello delle imprese italiane (rispettivamente circa 21 mila euro annui contro circa 30 mila). Ma il vero segreto del successo dell’impresa straniera è stata la capacità di reagire alla crisi: le imprese straniere segnalano valori superiori alle imprese italiane in riferimento a tutti gli indicatori di crescita tra il 2012 e il 2015: +17,7% contro il +10,1% per quanto riguarda le vendite, +26,6% contro +14,2% in relazione all’occupazione e +37,0% contro +19,5% per quanto riguarda il totale attivo.