Migliaia di cittadini si sono riuniti attorno a Re Felipe VI, al premier Mariano Rajoy e al presidente catalano Carles Puigdemont in Plaza Catalunya, cuore di Barcellona, per un minuto di silenzio in omaggio alle vittime dell’attentato di ieri. Dopo il minuto di silenzio la folla si è sciolta in un lungo applauso, fra grida di “No Tengo Miedo”, “Non ho paura”.

E’ di 13 persone morte, tra cui anche due italiani, e un centinaio di feriti il bilancio dell’attacco terroristico di ieri a Barcellona, dove un furgone ha investito i pedoni nella Rambla. L’autista, il 18enne Moussa Oukabir, è ancora in fuga e tre suoi presunti complici sono stati arrestati. Altri cinque terroristi sono stati invece uccisi a Cambrils, durante un secondo attacco, ed erano in attesa di progettarne un terzo.

I cinque kamikaze uccisi nella notte dalla polizia a Cambrils, una cittadina balneare a 120 km a sud di Barcellona, erano pronti a sferrare un nuovo attacco nella città catalana. Secondo fonti di polizia il progetto era dunque quello di continuare a seminare terrore con un terzo attacco dopo quello che nella Rambla ha lasciato a terra 13 morti e un centinaio di feriti e il successivo, tentato nella notte nella vicina cittadina, con sei persone ferite.

Continua intanto il lavoro della Farnesina per accertare il coinvolgimento di connazionali nell’attentato: tra le vittime ci sono anche due italiani, secondo quanto conferma la Farnesina. Uno di questi è Bruno Gulotta, esperto informatico di Legnano. Gulotta aveva appena fatto in tempo a mettere in salvo i figli prima di essere ucciso, ha riferito il titolare della società di Legnano in cui Gulotta lavorava, Pino Bruno. Bruno ha parlato con la moglie di Gulotta, Martina, 28 anni, che gli ha raccontato l’accaduto: “Gulotta si è messo davanti ai figli, ed è stato travolto”.

Altri tre italiani sono rimasti feriti, due dei quali già dimessi dall’ospedale.

Il gruppo sgominato stanotte sarebbe legato alla cellula responsabile dell’attacco di Barcellona. Il conducente del furgone che ha falciato la folla sulla Rambla, secondo gli investigatori il 18enne Moussa Oukabir, è tuttora in fuga. Forse è proprio lui l’uomo che nella notte ha forzato un posto di blocco, ferendo un poliziotto e fuggendo poi a piedi. Nell’auto è stato trovato il cadavere del proprietario ucciso a coltellate. Tre suoi presunti complici sono stati arrestati. Tra le persone finite in manette c’è anche Driss Oukabir, fratello del conducente del furgone, che era stato indicato ieri come un presunto sospetto per l’attentato. Moussa potrebbe avere sottratto i documenti al fratello Driss per noleggiare il furgone.

I cinque uomini sono stati intercettati verso le due del mattino a un posto di blocco all’ingresso di Cambrils. Sono riusciti a fuggire inseguiti dai Mossos d’Esquadra, la polizia catalana. La loro auto ha investito alcune persone che passeggiavano sul lungomare della cittadina. Poi, scesi dalla vettura, hanno iniziato a colpire a coltellate i passanti. Sei persone sono state ferite, una delle quali in forma grave. I cinque terroristi sono stati uccisi dalla polizia. Portavano apparenti cinture esplosive, che si sono rivelate false. I cinque uomini volevano fare un nuovo attentato a Barcellona secondo fonti della polizia. E’ intanto in corso l’identificazione delle vittime della strage della Rambla. Fra i morti, riportano i media spagnoli, c’è anche una bambina di tre anni. Sono stati identificati fra le vittime per ora tre turisti tedeschi e un belga, riferisce La Vanguardia. L’ambasciatore italiano in Spagna Stefano Sannino ha indicato che due dei tre feriti italiani sono stati dimessi. Il terzo è in ospedale per fratture. L’ambasciatore ha aggiunto di non avere conferma della morte di un italiano.

L’Isis ha rivendicato l’attentato di Barcellona attraverso la sua ‘agenzia’ Amaq, definendo gli attentatori “soldati dello Stato islamico”. Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, pubblicando una immagine della rivendicazione in arabo.

Il governo catalano ha deciso tre giorni di lutto nazionale.