I carabinieri della Compagnia di Siniscola (Nu) insieme ai colleghi della Compagnia di Camerino (Macerata) , hanno arrestato l’autore dell’atroce omicidio della commerciante cinese Lu Xian Cha, 37enne, brutalmente uccisa a coltellate nel suo negozio di via Emilio Lussu a Budoni (NU) nel corso di una rapina: si tratta di Simone Delussu, 19enne di origini sarde.

È stato monitorato per alcuni giorni per capire quali fossero i suoi spostamenti, fino a quando i Carabinieri hanno deciso di organizzare un finto appuntamento al Comune di Valfornace, distante pochi chilometri da Camerino, dove aveva in corso delle pratiche amministrative. Al suo arrivo nella sede comunale,alle 9 il 19enne è stato ammanettato. I militari hanno raccolto prove schiaccianti a carico dell’indagato, è stato bloccato dai Carabinieri che lo stavano aspettando. Dopo il giorno dell’omicidio infatti, il giovane si era trasferito a Camerino per lavorare nell’ovile dello zio, aiutandolo nel pascolo delle loro pecore. Le indagini sono state seguite personalmente dal procuratore di Nuoro Andrea Garau.

La donna fu uccisa il 10 aprile scorso intorno alle 19 nel negozio di abbigliamento della sua famiglia con 11 coltellate al petto, al volto ed alla gola perché la donna fu sorpresa sola nel negozio dal suo carnefice. Fu trovata circa mezz’ora dopo da un cliente riversa in una pozza di sangue dietro il bancone con la cassa aperta e rovesciata, fatto che fece sospettare ad una rapina finita tragicamente. Anche perché l’assassino probabilmente usò un coltello in vendita proprio nel negozio che abbandonò sul posto dopo l’omicidio. Reperto importantissimo che i Ris di Cagliari hanno analizzato scoprendo elementi utilissimi alle indagini.

Un omicidio efferato che sconvolse il tranquillo centro turistico della Baronia e Posada, paese rivierasco dove abitava con il marito e i due figli di 5 e 11 anni.  Le indagini dei carabinieri si indirizzarono su due giovani, ripresi dalle telecamere di sorveglianza. Ora il caso è chiuso con l’assassino assicurato alla giustizia.

Importanti sono stati i momenti di sopralluogo sulla scena del crimine del Procuratore Capo della Procura di Nuoro, Andrea Garau, il medico legale, Vindice Mingioni, la Squadra Rilievi del Nucleo Investigativo di Nuoro e i militari della Compagnia di Siniscola hanno effettuato un rigorosissimo sopralluogo sulla scena del crimine, senza che alcuna traccia venisse tralasciata. Dopo un primo esame, l’ipotesi che ha convinto maggiormente tutti gli inquirenti è che ci si trovasse di fronte ad una rapina, poi sfociata nel sangue, nonostante la ferocia dell’omicida e le numerose coltellate nel corpo della donna potessero indurre a pensare che quello fosse un omicidio premeditato, che potesse essere un regolamento di conti o un omicidio di carattere passionale. Ma le tracce di sangue, il coltello lasciato sulla scena del crimine, il registratore di cassa fuori posto e molti altri piccoli indizi lasciavano far presupporre che l’assassino volesse prima derubare la donna e, sfuggitagli la situazione, ucciderla poiché ormai lo aveva visto in volto.

Prezioso l’apporto di alcuni testimoni che hanno dato un identikit dell’assassino, che hanno visto la sua via di fuga e ne hanno descritto nel dettaglio la corporatura e i vestiti che aveva indosso. Per i Carabinieri di Siniscola era un buon punto di partenza, ma non sufficiente. Le zone limitrofe al luogo dell’omicidio sono state scandagliate palmo a palmo fino ad arrivare ad un’importante scoperta: a poca distanza dal negozio, sono stati trovati dei pantaloni, gettati in mezzo a dei rovi. Dalla loro posizione e dalla loro particolarità dovevano per forza essere quelli dell’assassino. Proprio grazie a questi pantaloni si è riusciti a capire tutti gli spostamenti effettuati dall’assassino prima di andare a commettere il suo omicidio: dalla visione dei filmati, grazie a quei pantaloni molto particolari, si è potuto capire cosa aveva fatto qualche ora prima a Budoni, ma ancora non si era riusciti ad arrivare a dare un nome a quel volto e a quella persona.

Importanti novità sono emerse dai rilievi tecnici nella fase del sopralluogo, poiché grazie al lavoro svolto dal Ris di Cagliari si è riusciti a stabilire che i tamponi su alcune macchie di sangue trovate nel negozio, legate a quanto trovato nei pantaloni, hanno permesso di trovare il profilo del DNA dell’assassino.  Profilo del Dna e volto, ma ancora nessun nome dell’omicida.

A questo punto sono giunte in soccorso dei militari della Compagnia di Siniscola le risultanze tecniche derivanti dal traffico telefonico che si è sviluppato il 10 aprile 2017 sul Comune di Budoni. Un lavoro imponente si è presentato agli occhi dei Carabinieri, che hanno dovuto controllare e scandagliare oltre 400mila attività telefoniche sviluppate in solo quel giorno. Ma alla fine è arrivato il risultato sperato: una telefonata poco prima dell’omicidio è stata effettuata da un cellulare nei pressi del negozio d’abbigliamento e il suo proprietario era molto compatibile con tutte le altre risultanze investigative, ovvero del volto e dei rilievi tecnici e cosa ancor più importante la conferma derivata dall’esito del matching del Dna.

Grazie alle veloci risultanze elaborate dal reparto Investigazioni Scientifiche di Cagliari è stato possibile agli investigatori avere l’assoluta certezza che il Dna di Delussu fosse proprio quello dell’assassino.

Ragazzo di genitori separati che per un breve periodo è stato ospite della zia proprio a Budoni, con il padre agricoltore a Irgoli e la mamma trasferitasi a Reggio Calabria con un nuovo compagno. Dopo questo suo inspiegabile gesto, curiosi sono stati i suoi spostamenti: partito subito alla volta della penisola è stato infine accolto dallo zio per cercare di dimenticare questa orrenda, quanto inutile azione.

L’operazione, oltre all’arresto di Simone Delussu, ha visto l’esecuzione di altre 6 perquisizioni domiciliari nei confronti di parenti e conoscenti del ragazzo alla ricerca di elementi utili per l’indagine e nella circostanza, prezioso è stato il contributo fornito dalle Compagnie di Nuoro, Ottana, Bianco e Camerino, che hanno permesso il buon esito dell’indagine.