“Lo avevo sentito ieri sera alle 22:30 e mi aveva detto che ci saremmo visti oggi per mettere a punto la mia moto, poi all’una ho saputo della tragedia. Giovanni era un ragazzo generoso, con un grande animo”.
Così uno degli amici di Giovanni Putzu, il sommozzatore di 34 anni morto assieme al finanziere Nicola Sanna, di 29, nell’incidente della notte nel mare di Cagliari. Giovanni era conosciuto in città, era un sommozzatore esperto, lavorava con il padre Michele, titolare della ColSub, una società specializzata in lavori subacquei e marittimi. Proprio in questi giorni stava effettuando per la Soprintendenza il recupero di un relitto a circa 150 metri dal luogo in cui è avvenuta la tragedia. “Giovanni conosceva bene quel tratto di mare – racconta all’ANSA l’amico, che preferisce rimanere anonimo – ci eravamo visti alle 10 per sistemare alcune moto d’acqua. Alle 20:30 mi aveva chiesto di inviargli il video della mia moto, ci saremmo poi rivisti oggi per la messa a punto. Giovanni sarebbe poi partito per qualche giorno in vacanza a Porto Cervo”.
Il 34enne aveva la passione per i motori, “oltre a essere un sommozzatore, era un meccanico esperto e puntiglioso. La sua passione erano i motori, le moto, le moto d’acqua. Era sempre disponibile con tutti, una persona sorridente con una grande voglia di vivere”. L’amico crede che si sia trattato di un incidente: “Giovanni era sempre prudente, in mare come in strada – sottolinea – conosceva le regole, i limiti, usciva spesso con il gommone da quel molo, sempre con attenzione, è stato sicuramente un incidente”.