Mentre in Italia l’export cresce dell’1,2% nel 2016, la Sardegna ha visto diminuire le sue esportazioni del 10,9%, perdendo ulteriormente peso sul totale delle esportazioni nazionali, con una quota che è passata dall’1,2% del 2015 all’1% nel 2016. Questo deriva soprattutto dal crollo dell’export di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,5%).
Cali anche nelle esportazioni di prodotti alimentari (-8,7%), chimici (-13,5%) e metallo (-21,4%), mentre la metallurgia ha segnato un forte incremento (+82,9%). E’ quanto emerge dai dati presentati nel 31/o rapporto Ice 2016-2017 “L’Italia nell’economia internazionale”. Anche dal lato delle importazioni si rileva un forte calo (-24,9%) che consolida il trend negativo registrato negli ultimi anni.
Nel primo trimestre 2017, invece, i flussi di merci sono in forte aumento, con un +79% dell’export e del 93,5% delle importazioni, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, vanno meglio le esportazioni di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (+83,1%) e di altri mezzi di trasporto (+273%). Nel 2016 l’Isola continua ad essere orientata verso aree geograficamente vicine.
L’Ue si conferma, anche nel 2016, la principale area di destinazione delle esportazioni sarde, con una quota del 41,3%, seguita dall’Africa settentrionale (19,4%), dal Medio Oriente (17,9%) e dai Paesi europei non Ue (14%). In queste aree si è registrato un aumento delle esportazioni solo nell’Ue (+10,7%). Ci sono state, invece, diminuzioni in Africa settentrionale (-22,3%), Medio Oriente (-10,1%) e Paesi europei non Ue (-37,9%). Tra i principali paesi partner, si segnalano le dinamiche positive in Spagna (+37,3%), il primo mercato di sbocco della regione, e in Egitto (+34,5%).