Non so quanto sia affidabile il comunicato di Arabyiya. La minacca di Haftar comunque viene riportata sul Corriere della Sera da Lorenzo Cremonesi ” Noi siamo impegnati in prima linea nella lotta contro il terrorismo. Ci stupisce dunque che un paese amico come l’Italia interferisca tanto indebitamente nelle nostre operazioni. Non posso dunque che confermare che qualsiasi nave militare italiana o di qualsiasi altro paese che entrerà nelle nostre acque senza la nostra autorizzazione verrà bombardata dalle nostre forze”1). Il governo italiano ha negato l’esistenza di una qualsiasi minaccia.
La guerra mediatica è un’arma di guerra. Nessuna sorpresa su comunicati così distanti ora difficli da valutare . Va ricordato agli smemorati che l’operazione Tripoli, gestita dal fantoccio al-Serray e sostenuta militarmente dal governo italiano con banda qaediste che possano permettere al fantoccio di poter fare ogni tanto una breve passeggiata in città, è stata considerata un’operazione coloniale non solo dal Generale ma anche da molte milizie e ovviamente dagli stessi gheddafiani che, speranzosi in Haftar, stanno ritornando dalla Tunisia, dall’Egitto…
Certo chi ha creduto alla sceneggiata parigina davanti al napoleonide, consapevole di chi ha in mano il futuro della Libia, ha “sperato” nel cessate il fuoco e a elezioni parlamentari. Ma se si fosse ricordato della forte irritazione del governo di Tobruk per l’invio dell’ospedale militare italiano a Misurata per curare i feriti islamisti nemici dell’esercito nazionale libico non rimarrebbe sorpreso di una presa di posizione così forte del governo di Tobruk che sembra andare decisamente verso una decisa affermazione di indipendenza politica dal colonialismo.
Già una volta Khalifa Haftar si era espresso con vigore ” L’Italia sta violando ancora una volta la nostra sovranità territoriale…aiutando i nostri nemici” 2).
Attualmente i soldati dell’esercito nazionale libico ” hanno di recente ottenuto il pieno controllo della piazza di Bengasi e stanno posizionandosi per allargare le operazioni nelle regioni desertiche a sud di Tripoli” 3). Dove, attraverso contatti “diplomatici” di varia natura. l’esercito libico è riuscito a stabilire alleanze con tribù un tempo fedeli a Gheddafi. Nel contesto di tali operazioni militari, Misurata e i suoi guerriglieri costituiscono più che una spina nel fianco dell’esercito. Figuriamoci quanto può essere stata apprezzato l’intervento italiano a Misurata( il contino Gentiloni ha dichiarato che per l’intervento italiano a Misurata c’è stato un largo consenso dal governo di Tobruk)
Il governo italico ( ma direi anche il Parlamento delle “Baruffe Chiozzote”) è del tutto incapace di immaginare le mire di Haftar, le manovre di grande intelligenza politica che gli hanno permesso di acquisire una credibilità internazionale che va al di là dei suoi alleati più stretti (Egitto,Russia, E.A.U.).
Quando ha conquistato la Mezzaluna petrolifera, sfrattando i federalisti di Ibrahim Jadharan 4) e liberando le aree portuali dalle varie milizie che depredavano e saccheggiavano, il Generale non ha voluto accaparrarsi il malloppo per rinforzare il suo piccolo feudo cirenaico, ma, con un gesto di astuta magnanimità, ha lasciato il controllo delle operazioni petrolifere alla Nazional oil Corporation in modo che il petrolio fluisse non solo nella Cirenaica ma anche verso Tripoli, dove è appunto appollaiato al-Serray, e quindi anche verso l'”amica”Italia.
Con prudenza ha evitato di prendere il controllo della Banca centrale, permettendo che della liquidità ne disponessero sia Tripoli che Tobruk , in modo che apparisse lampante come egli si presentasse come l’uomo forte che combatte per tutto il popolo libico e non solo per una parte politica.
Il sud della Libia (il Fezzan) che interessa tanto i Francesi come avamposto per le loro manovre coloniali in Mali, nella repubblica centro africana, nella Costa d’Avorio … è controllata dall’aviazione di Haftar ma la regione, che è caratterizzata da numerose presenze etniche, dopo l’assassinio di Gheddafi non è certo facile da compattare ma è anche vero che ormai stanno lavorando i molti gheddafiani che vorrebbero ritornare alla yamahiriya rinforzata da una Camera, da un senato, da una Costituzione assenti all’epoca del Colonnello.
Haftar ha bisogno di armamenti per poter riunire la Libia. A questo ci stanno pensando i suoi stretti alleati e in particolar modo la Russia mentre la Cina ha promesso investimenti per potenziare le infrastrutture della Cirenaica per una qualche miliardata di dollari
Povera Italia “di dolore ostello” non solo ha scelto la via imperiale e non quella di liberazione dal colonialismo, ma, come è suo solito di questi tempi, anche la via perdente
NOTE
1) Lorenzo Cremonesi cit. da “IL foglio 2/8/17
2) Lorenzo Cremonesi, Il Corriere della Sera “Haftar: bombardare le navi italiane 2/8/17
3) Lorenzo Cremonesi, testo cit. 2/8/17
4) Jason Park Al monitor 29/9/16 in Aurora