Un magistrale Gregory Porter, giovane cantante jazz plurinominato ai Grammy Awards, ha incantato i 600 presenti per la prima del Festival Dromos a Oristano, approdato alla XIX edizione.
Il cantante statunitense era accompagnato da Tivon Pennicott al sassofono tenore, Chip Crawford al pianoforte, Ondrej Pivec all’organo hammond, Jahmal Nichols al basso e Emanuel Harrold alla batteria. La scaletta di Porter, incentrata sul suo quarto disco “Take me to the alley”, ha strappato non pochi applausi.
Nato a Los Angeles e cresciuto a Bakersfield, Porter ha avuto un’infanzia difficile, sostenuta però dalla passione per Nat King Cole. Ha esordito nel 2010, con il disco Water, che gli è valso la prima nomination ai Grammy come “Best Jazz Vocal”, un fatto eccezionale per un disco d’esordio. Con i singoli 1960 What? e Illusion ha scalato le classifiche in America e in Europa, mentre il New York Times decretava il suo successo dicendo “Gregory Porter ha molto più di ciò che vorresti in un cantante jazz, e forse anche una cosa o due che non sapevi neppure di volere”.
La consacrazione definitiva è arrivata nel 2012, con il secondo album “Be Good”, con cui si è portato a casa la seconda nomination ai Grammy, questa volta come “Best Traditional R&B Performance”. Per Be Good sono stati tanti i premi e i riconoscimenti: “Best of 2012” in America e in Inghilterra, “Jazz Album of the Year” su iTunes e primo posto nella classifica di Amazon; “Best UK Performance” per gli Jazz FM Awards.
Dromos. Il festival prosegue con una serata all’insegna del jazz afrocubano, oggi a Cabras (OR). Nella cornice del Portale Don Peppi (nello slargo in via Liguria) tiene banco Daymé Arocena in un appuntamento proposto col contributo dell’Azienda vitivinicola Contini. La cantante dell’Havana sarà al centro dei riflettori a partire dalle 21.30 accompagnata da Jorge Luis Lagarza al piano, Rafael Aldama al basso e Ruly Herrera alla batteria per presentare dal vivo il repertorio del suo secondo album, “Cubafonía”, pubblicato lo scorso marzo.