“E’ uno spettacolo surreale quello andato in scena stamani, in occasione della presentazione del bilancio di Abbanoa agli azionisti. I vertici aziendali, le cui nomine sono state riconosciute essere irregolari dall’autorevole parere dell’Autorità nazionale anticorruzione, hanno ripetuto la consueta antifona dell’impresa solida ed efficiente, di un servizio impeccabile e di una situazione finanziaria florida, tutto il contrario di ciò che i sardi si trovano a toccare con mano quotidianamente”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi per l’Europa in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.
“Spaventa, più di ogni altra cosa, la costante sovrastima dei crediti, figlia della pratica deleteria che vede l’azienda impegnata a sottrarsi sistematicamente ai ricorsi e ai contenziosi che porterebbero alla cancellazione di una larga parte di essi”, prosegue Dedoni.
“Si tratta, in molti casi, delle cosiddette ‘bollette pazze’, derivanti da rilevazioni anomale dei consumi, e di fatture prescritte di cui l’azienda continua a pretendere il pagamento da parte degli utenti. Diventa più che mai urgente l’avvio di un’‘operazione trasparenza’ sui conti societari, che permetta di capire quale sia il suo vero stato finanziario e patrimoniale. Abbanoa è finanziata con i soldi dei sardi, che hanno il diritto di sapere come la società viene gestita e se stanno veramente pagando per avere un servizio o solo per ripianare gli errori di una gestione aziendale discutibile”.
“Stupisce, infine, l’atteggiamento della dirigenza a fronte del riconoscimento, da parte dell’Anac, che un reale esercizio del controllo analogo da parte dell’Ente di governo dell’ambito Sardegna dovrebbe comportare che sia proprio l’Egas, controllato dai Comuni, a nominare i vertici di Abbanoa, e non l’assemblea degli azionisti, in cui invece domina ancora la Regione”, conclude il capogruppo. “Sarebbe stato quanto mai opportuno che i vertici aziendali avessero colto l’occasione dell’assemblea di oggi per rimettere il loro mandato, invece sembrano voler ignorare del tutto il parere che sancisce l’irregolarità della loro nomina”.