Una buca molto profonda nell’orto di casa, a Sindia. Poi l’artista performer, Nicola Mette, si cala all’interno del fosso. In piedi, lasciando fuori solo la testa. Sembra una piantina, ma è un viso. Con gli occhi che si aprono quando dall’annaffiatoio del padre del protagonista scende giù l’acqua. “A mio babbo voglio crescere a modo mio come la mia natura vuole” è il titolo della performance-azione che Mette ha realizzato insieme a suo padre, Agostino.
È durata due ore e ha raccolto nel giardino un buon numero di spettatori. Tutti molto colpiti dall’idea dell’artista e dalla sua realizzazione. Una “performance-azione” nata per ricordare la madre dall’artista performer, Giovanna Piu, a un anno di distanza dalla scomparsa. Una perdita che non può che segnare inevitabilmente le vite dei componenti della famiglia.
“Tutto ruota – spiega Mette – intorno a questa incolmabile assenza che si è fatta presenza attraverso il ricordo ancora vivido e ad una cultura matriarcale ancora oggi diffusa in Sardegna”. E allora ecco che diventa centrale il rapporto tra padre e figlio – e qui il messaggio sembra diventare quasi universale – rappresentato proprio dalla cura per la piantina “umana”. Mette non è nuovo a questo tipo di performance azione. E l’attività dell’artista performer non si ferma certo qui: prossima tappa il 24 agosto a Londra.