Il tema della doppia preferenza di genere da inserire nella legge elettorale statutaria della Regione Sardegna torna di nuovo nell’agenda politica con una proposta del Partito dei Sardi e un ultimatum del Centro democratico.
Due distinte iniziative che arrivano a pochi giorni dagli appelli della rete Heminas e della Commissione regionale pari opportunità. “Riteniamo che i tempi siano sufficientemente maturi per portare in Aula le norme sulla doppia preferenza di genere. Con o senza revisione del sistema elettorale – spiega il capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale, Gianfranco Congiu – Sebbene il suo naturale contenitore normativo sia proprio la legge elettorale sarda, pur tuttavia non vediamo come la gestazione di una eventuale riforma possa inibire l’approdo di un’anticipazione riformista.
Se non a rischio di compromettere l’esercizio di un diritto basilare: garantire a tutti i sardi di accedere alle cariche elettive in una condizione di eguaglianza”. “Crediamo che a questo punto non sia più rinviabile un intervento da parte dell’Assemblea della Sardegna sulla legge elettorale regionale per introdurre la parità di genere – ammonisce Roberto Capelli, deputato di Centro democratico – Inutile aspettare oltre o rimandare il tema a quando si deciderà di rimettere mano a tutto l’impianto della legge elettorale regionale. Introdurre la parità di genere nella scelta dei rappresentati del popolo è di fondamentale importanza per realizzare un’effettiva democrazia compiuta: se una democrazia non è compiuta non è una democrazia”.