“Basta inseguire le emergenze”. C’è la necessità, invece, di fare un “discorso di prospettiva” per risollevare le sorti dell’agricoltura in Sardegna”. Il settore viene definito strategico da chi ha responsabilità politica, ma poi non si è conseguenti”. E poi serve anche l’apporto di tutte le organizzazioni, “che devono mettere da parte le proprie ‘magliette'”.
E’ una proposta di governo del comparto e di gestione dei problemi quella che Agrinsieme porterà domani al tavolo verde convocato dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, in Viale Trento per le 9:30. Un incontro nel quale saranno presenti, oltre alle organizzazioni professionali, anche l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, i presidenti delle Commissioni Attività produttive e Bilancio del Consiglio regionale, Luigi Lotto e Franco Sabatini (entrambi Pd) e i vertici delle agenzie agricole regionali. Agrinsieme, che riunisce circa 31mila aziende aderenti a Cia, Alleanza delle cooperative, Confasgricoltura, Copagri, Acgi, Confcooperative e Legacoop, sollecita la convocazione immediata della conferenza regionale dell’agricoltura e delle ruralità, che non viene riunita da circa 20 anni, di accelerare l’iter per il disegno di legge – non ancora all’ordine del giorno del Consiglio – che destina 14 mln per il settore ovino e l’iter per istituire l’ente pagatore regionale. Inoltre chiede di affrontare il tema sull’efficientamento del sistema idrico integrato destinando almeno 35 milioni del mutuo da 700 milioni per le infrastrutture al sistema irriguo. “La realtà è sempre più drammatica – ha spiegato il neo coordinatore di Agrinsieme, Sergio Cardia (Agci) – con le emergenze di questi primi mesi del 2017, tra nevicate e gelate tardive, alluvioni e siccità, stanno incidendo in maniera pesante sull’economia delle nostre aziende agricole. Non possiamo tacere di un a debolezza complessiva del governo del settore in Sardegna – ha sottolineato – non siamo ‘barricaderi’ e serve la collaborazione di tutti, ma la prima parola spetta alla Giunta e al Consiglio”.
Sull’ovicaprino anche una proposta shock di Copagri: “togliere i contributi ai caseifici che non rispettano i tetti massimi di produzione del pecorino romano, stabiliti dal Consorzio di tutela. Le sanzioni sono troppo esigue: 16 centesimi per ogni chilo in più prodotto”.