pili-denuncia-100-000-kg-esplosivo-spasso-la-130

“Un carico esplosivo di 100.000 kg ha attraversato questa mattina la strada statale 130 dal porto canale di Cagliari sino allo stabilimento RWM di Domusnovas. Un pericolo senza precedenti ha, dunque, attraversato una strada pubblica senza alcun tipo di sicurezza considerato che per i tre tir sono state attivate appena due utilitarie di un istituto di vigilanza. Si è trattato di un carico straordinario scaricato stamane dalla nave porta container Marianne Danica. La nave rimasta per due giorni in rada solo stamane intorno alle nove è entrata nel porto canale. Con un’operazione Blitz sono stati scaricati cinque container di cui tre partiti immediatamente alla volta di Domusnovas. Il quarto e il quinto container sono stati invece trasportati in un secondo tempo. È la prima volta che viene documentato un trasporto così rilevante di esplosivo verso la fabbrica di morte della tedesca RWM. Il tentativo di impedire la documentazione di quello che stava succedendo all’interno del porto è la conferma del fatto che lo Stato Italiano sia complice a pieno titolo della fabbrica germanica. Il sopraggiungere di carabinieri e Guardia di Finanza per la mia identificazione è un fatto di una gravità inaudita soprattutto se si pensa al traffico di morte che reiteratamente si sta svolgendo all’interno del porto canale di Cagliari. Questa volta non hanno preso parte al l’operazione i vigili del fuoco ma il tutto è stato affidato ad una società esterna per sovrintendere alle operazioni di carico e scarico sul piano della sicurezza esplosivi. Accorgimenti di sicurezza che sono totalmente venuti meno nel percorso tra il porto canale e la fabbrica del sulcis. Siamo dinanzi alla rappresentazione più bieca di uno Stato che continua a proteggere una fabbrica di morte a servizio dei poteri forti e dei ricchi tedeschi e sauditi.”

Lo ha dichiarato poco fa il deputato di Unidos Mauro Pili che stamane ha trasmesso in diretta sulla propria pagina di Facebook la movimentazione esplosiva. Pili ha anche preannunciato un’ urgente interrogazione parlamentare al ministro dell’interno per denunciare le condizioni di sicurezza totalmente inesistenti per questo tipo di carico.

“Siamo dinanzi ad atteggiamenti prevaricatori di chi pensa di poter fare tutto ciò che vuole senza essere in alcun modo controllato. Avermi identificato attraverso le forze dell’ordine

costituisce un fatto grave per la libertà parlamentare e di informazione. Non vi era alcun area vietata mentre reiteratamente si è cercato, anche con metodi bruschi, di impedire la documentazione dei fatti. Le decine di migliaia di cittadini che hanno seguito in diretta lo svolgimento del trasporto lungo la ss.130 hanno manifestato tutta la propria indignazione dinanzi alla scarsissima sicurezza del trasporto e al sistematico utilizzo della Sardegna come terra per produrre morte”.

“È la prima volta che viene documentato un carico a ritroso di esplosivo verso la RWM. Il quantitativo, oltre 100.000 kg di esplosivo, costituisce la più evidente dimostrazione di quanto questa fabbrica stia foraggiando il sistema mediorientale con particolare riferimento all’Arabia Saudita che sta incrementando

come non mai i propri arsenali. La comunità internazionale dall’Onu, per arrivare alla stessa Europa, devono porre fine a questo lascia passare italiano indegno e vergognoso. Un comportamento che continua a mostrare più interesse al mercato delle bombe che alla tutela della vita. Questa fabbrica e lo stato italiano stanno violando le norme sul trasporto di queste bombe ad uno stato canaglia che sta violando tutte le regole e codici internazionali. La Sardegna non può e non deve essere terra di morte. Ci sono gli strumenti legislativi operativi che consentono un’immediata riconversione della stessa fabbrica garantendo attraverso le normative sulla riconversione mineraria del territorio il mantenimento della piena occupazione di tutti lavoratori della stessa fabbrica. Non c’è altro tempo da perdere – ha concluso Pili – sia sul piano delle coscienze che sul piano della strategia dello sviluppo economico e occupazionale del territorio”.