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L’editoria sarda potrebbe conquistare un mercato molto interessante, quello iberico, grazie alla forte affinità tra le aree del Mediterraneo occidentale e la Sardegna. Una piazza di lettori che, di rimando, può far ampliare gli orizzonti verso numerosi paesi latino americani. Le parole chiave per il successo sono formazione, organizzazione e unità.

È questo il quadro emerso domenica a Lo Quarter durante il convegno sul futuro della piccola editoria, il workshop conclusivo di “Liber y Liber”, un’intensa tre giorni che ha portato ad Alghero convegni, dibattiti e incontri per la compravendita dei diritti di traduzione e commercializzazione delle opere edite nell’isola.
L’iniziativa, che si è svolta in concomitanza con la seconda edizione di “Lo Quarter del Llibre”, ha ospitato tavoli tecnici dedicati all’attività di contrattazione internazionale tra editori locali e agenti ed editori stranieri, accogliendo ospiti provenienti da Italia, Spagna, Francia e Germania.
In questa fase sono stati avviati i primi contatti anche con il mercato tedesco, che potrebbero portare a interessanti sviluppi nel mese di ottobre a Francoforte, mentre uno spiraglio è stato aperto con realtà dell’est europeo.

«Questa sessione di appuntamenti è stata straordinariamente utile perché si è creato un legame con le numerose comunità presenti – ha sottolineato Simonetta Castia, presidente AES –. La conoscenza delle condizioni di mercato di questi paesi può fungere da forte incentivo per dare slancio alla nostra editoria, e in questo contesto la diversità diventa un elemento di forza per favorire l’esportazione».

Tutte le nazioni prese in esame sovvenzionano in vari modi la traduzione in lingua locale dei libri provenienti dall’estero, e viceversa la traduzione dall’idioma autoctono verso quello dei paesi acquisitori dei diritti. Condizione che favorisce notevolmente l’interesse degli agenti stranieri. In alcuni Stati le royalties non sono calcolate sui libri acquistati, ma sul numero di volte in cui un libro è letto, prendendo in esame i dati delle biblioteche.
Nel corso del dibattito è emerso che in ambito internazionale è importante presentarsi uniti, soprattutto per territori circoscritti che presentano le criticità delle “piccole nazioni” e delle lingue minori. Secondo Stefano Bisacchi, fondatore dell’agenzia “Tempi irregolari” operante soprattutto nei mercati dell’est europeo, la soluzione migliore è fare un lavoro sinergico e creare cataloghi comuni tra editori, accompagnati da campioni (sample) in lingua inglese, al fine di diffonderne la conoscenza.

Dello stesso avviso è l’agente letteraria tedesca Juliane Roderer, il cui raggio d’azione è attivo tra Germania e Italia. La professionista ha rimarcato come le tematiche legate all’archeologia, alla storia, alla saggistica e al folclore, se esposte in modo divulgativo possono rappresentare una forte attrattiva verso il bacino d’utenza tedesco. Tutti gli ospiti hanno valutato molto interessante il panorama editoriale dell’isola.
Certo per essere concorrenziali è necessaria un’attenta razionalizzazione. Anita Molino di Fidare ha evidenziato la necessità di una visione pragmatica del mercato, invitando a monitorare con attenzione i dati di tiratura e distribuzione per evitare le rese. In tal modo – ha spiegato l’esperta – sarà possibile prevedere in anticipo l’indice di vendita di una pubblicazione.

Altro tema delicato per gli editori sardi è stato quello della distribuzione, a causa della difficoltà per i titoli di varcare i confini del mare. L’intervento via Skype di Angelo Amoroso di Interscienze, ha indicato una possibile soluzione nell’intermediazione, in termini graduali, tra la distribuzione nazionale e la piccola micro produzione editoriale.
Interessante da prendere a modello è apparso il contesto della Catalogna. Nei dati presentati dal vice-presidente dell’Associazione editori in lingua catalana, Ilya Perdigo, è emerso che ben il 50, 8 per cento dell’intero mercato spagnolo appartiene al territorio catalano. Merito delle politiche di promozione e di leggi che garantiscono il finanziamento pubblico per le traduzioni in lingua locale.

Ma è proprio vero che si legge sempre meno? A detta di Pier Luigi Lai, di Logus Mondi interattivi, ci troviamo nel momento in cui si legge di più in assoluto grazie all’accessibilità delle informazioni nell’era di internet. Però nella rivoluzione digitale l’e-book è solo la punta dell’iceberg di un processo iniziato da oltre cinquant’anni. Ora si produce e si promuovere interamente in digitale.
Altro importante tassello di Liber y Liber è stata la presenza dei rappresentanti dell’editoria valenziana, che hanno manifestato interesse per numerosi titoli, e auspicato un rafforzamento delle politiche linguistiche nell’isola sull’esempio del modello catalano. «Ci ha sorpreso trovare una condizione linguistica paragonabile alla Catalogna di cento anni fa – ha spiegato l’editore Vicent Roca di Edicions96, giunto ad Alghero insieme ad una delegazione della Valenzia spagnola –. Abbiamo riscontrato un numero molto limitato di pubblicazioni in sardo e nelle lingue alloglotte, gravato da un utilizzo contenuto dello standard. A queste condizioni sarà impossibile per la lingua sarda entrare nelle scuole, e sarà condannata al declino». Quello con i Valenziani è stato una sorta di gemellaggio ideale tra i progetti comunitari Liber y Liber e Literary Market.

Il prossimo l’appuntamento AES parla già spagnolo. La prossima tappa sarà a Madrid, a ottobre, per la Feria internacional del Libro LIBER, momento finale di un percorso intrapreso ad aprile a Milano, in occasione della fiera “Tempo di libri”, e che in questi giorni ha fatto di Alghero una vetrina internazionale d’eccezione per la promozione del libro sardo.