Caritas italiana e austriaca e l’associazione greca Arsis assieme per dar vita a “Pier”, progetto che ha l’obiettivo di rafforzare le attività di integrazione e accoglienza già messe in campo nei rispettivi Paesi.
In Italia “Pier” parte da Cagliari, dove è stato presentato stamattina dal direttore della Caritas diocesana don Marco Lai, con l’arcivescovo Arrigo Miglio, la prefetta Tiziana Giovanna Costantino, Angela Quaquero in qualità di rappresentante della Giunta regionale sul tema dei migranti, l’assessore alle Politiche sociali del Comune Ferdinando Secchi, Manuela De Marco di Caritas italiana e Agata Forys di Caritas Austria. Il progetto, finanziato da Coca Cola Foundation, sarà operativo a Cagliari e in altre dieci diocesi italiane (Aversa, Benevento, Capua, Conversano, Firenze, Genova, Saluzzo, Pescara, Ragusa, Palermo) con lo scopo di incrementare corsi di lingua italiana, azioni di supporto psico-sociale ed inserimenti lavorativi a beneficio dei rifugiati e anche distribuire migliaia di Kit Warm Up alle navi che svolgono attività di ricerca e soccorso in mare e alle Caritas che operano nei porti di sbarco. “Con quest’iniziativa vogliamo dire no al pietismo superficiale e all’assistenzialismo fine a se stesso – ha detto mons. Miglio – è una grande occasione per Cagliari per riscoprirsi città solidale nel rispetto della legalità”. La prefetta, ricordando che “accoglienza deve essere anche integrazione”, ha ringraziato la Caritas perché “lo Stato non può fare tutto da solo, per fortuna noi abbiamo il grande aiuto delle associazioni di volontariato, del Comune e della Regione.
Quaquero ha spiegato che la Sardegna “riesce a progettare in modo articolato l’accoglienza con 70 comuni che hanno attivato progetti Sprar, ma non dimentichiamo la questione sicurezza e il fatto che l’Isola è terra di sbarchi diretti da parte di algerini”. Manuela De Marco di Caritas Italia ha definito il progetto “l’ennesima sfida per noi che siamo abituati a far lavorare assieme in questo campo il profit e il no profit”, e ha sottolineato che “più integrazione significa più sicurezza”. Agata Forys di Caritas Austria ha infine illustrato le attività che saranno messe in campo in Austria e Grecia, nel primo caso in particolare destinate all’educazione di giovani in età scolare attraverso la costituzione di 18 “centri caffè” in tutto il Paese, mentre in Grecia il lavoro sarà “di prossimità, anche sulla strada, cercando in questo modo di avvicinare i giovani”.