Si analizzano i filmati delle telecamere della zona, si verificano gli elementi trovati all' interno della cappella profanata e dentro il cimitero, elementi che saranno inviati anche agli specialisti del Ris di Cagliari.
I carabinieri di Olbia stanno cercando di fare piena luce sul mistero della salma trafugata nel piccolo cimitero di Loiri Porto San Paolo, il furto dei resti di Gian Luca Luciano, figlio di Nostasio Lucianu – cognome diverso per un errore all'anagrafe – proprietario di una azienda di autotrasporti sarda, morto in un incidente stradale il 17 gennaio 1995 sulla Sassari-Olbia. Al momento nessuna ipotesi investigativa viene scartata: il furto potrebbe essere collegato ad una estorsione, ma finora non è arrivata alcuna richiesta di denaro. Si indaga comunque a 360 gradi: dalle messe nere a uno sfregio nei confronti della famiglia.
I Luciano, sentiti dagli investigatori, non riescono a spiegarsi le ragioni del gesto che li ha sconvolti. Il furto, quasi sicuramente, è stato messo a segno tra venerdì e sabato scorsi. Giovedì, secondo una testimonianza raccolta dai militari, la cappella della famiglia era intatta. I profanatori sono entrati in azione in piena notte. Hanno raggiunto senza difficoltà la cappella e staccato la lapide di marmo.
Non hanno fatto danni, un lavoro preciso. Hanno prelevato la bara dal loculo, ma il legno si è frantumato. I malviventi a quel punto hanno prelevato il sarcofago in ghisa con il resti del giovane morto a 21 anni e si sono allontanati. Probabilmente all'esterno del cimitero, a bordo di un furgone parcheggiato in una delle uscite laterali, c'era un complice. Nessuno nella zona si è accorto di nulla. I militari avrebbero recuperato alcuni filmati dei sistemi di videosorveglianza della zona che potrebbero aver ripreso i profanatori allontanarsi. In cimitero, inoltre, sarebbero state trovate tracce del lavoro svolto dai ladri che saranno attentamente analizzate dal Ris.