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Le indagini sono partite a dicembre dopo la denuncia per ricettazione di Nabil Sadki, considerato il capo dell'organizzazione, e l'arresto di altri suoi tre connazionali sbarcati da poco in Sardegna per furto in un negozio del centro a Cagliari. Gli agenti si sono insospettiti per la presenza di un algerino stanziale sul territorio e hanno deciso di approfondire gli accertamenti.

Hanno così scoperto che Nabil Sadki forniva agli algerini che arrivano nel Sulcis i documenti falsi per spostarsi sul territorio, documentazione che stampava personalmente a casa. In cambio si faceva pagare dai 100 ai 400 euro, il denaro veniva accreditato tramite Western Union a nome della moglie Simona Durzu. Il denaro, è stato accertato dalle indagini, arrivava dall'Italia, ma anche da Francia, Svizzera e Olanda. Ma non solo. L'algerino con l'aiuto dei complici si occupava anche dei trasferimenti.

Ad accompagnare i migranti prima in Corsica e poi a Marsiglia era Najm Eddine Boumelit conosciuto come "Mommo" che controllava anche la presenza dei controlli agli imbarchi. Il fratello di Nabil Sadki a Roma, invece, teneva i contatti con l'Algeria e inoltre stava pensando di diversificare le sue attività mettendo a segno reati contro il patrimonio. Alcuni degli algerini a cui Nabil Sadki aveva fornito i documenti, nel corso dei mesi, si sono resi responsabili di furti e rapine perché dovevano recuperare anche il denaro da pagare per essere aiutati.