Sei ore e mezzo per arrivare a Roma da Milano, tutto di notte, gli occhi stanchi e la voce rauca per le tante volte che ha parlato con i colleghi. Oreste Catelli, 43 anni, milanese, è in piazza dalle 6.30 di questa mattina e stringe la mano anche agli ambulanti che protestano contro la direttiva Bolkestain "perchè bisogna unirle le lotte, da soli non si va da nessuna parte". Tassista da 16 anni, leader tra i tassisti, Oreste non si stanca di spiegare ai colleghi che "l'emendamento Lanzillotta lascia la norma sul rientro in rimessa degli ncc ma cancella le sanzioni. Un controsenso dire che non puoi farlo ma che se lo fai non ti punisco". L'attacco è alla politica: "La Lanzillotta parla come una dirigente di Uber. L'obiettivo, alla fine, è quello di far lavorare gli ncc, attraverso Uber, come i taxi. E poi siamo noi ottusi e chiusi alla concorrenza? Noi siamo servizio pubblico e il servizio pubblico non si tocca – ribadisce – con tariffe imposte dal Comune, orari definiti e numero di vetture contingentato, sempre dal Comune. Non lavoriamo quindi, e lo voglio dire forte e chiaro, all'interno di un libero mercato". Oreste si indigna quando sente i politici nominare il mercato nero delle licenze: "per legge, dal 2006, ma è retroattivo al 2000, la compravendita di una licenza deve essere dichiarata all'erario e su questa vengono pagate le tasse. L'erario da questo incassa oltre il 20% del valore della licenza". Il tassista richiama l'attenzione dell'opinione pubblica sul "tanto vituperato tassametro che è garanzia a tutela dell'utenza. Faccio un esempio, se io lavoro a capodanno la mia tariffa prevede che sia una domenica qualsiasi e applica quelle tariffe mentre Uber applica i moltiplicatori che, in questi giorni di forte domanda a causa del fermo del servizio taxi, è arrivato a triplicare le tariffe". Oreste non sa ancora se tornerà a casa stasera, visto che l'incontro al ministero si protrae, e pensa alla moglie "lasciata a casa dalla sua azienda dopo 19 anni di lavoro" e ai suoi due figli. "Chiediamo solo il rispetto della legalità e purtroppo stiamo perdendo fiducia nei sindacati perchè in molti di quelli che oggi siedono al tavolo col ministro Delrio tengono il piede in due scarpe e hanno interessi nel mondo dei noleggi. Io posso solo essere qui, forte di sei giorni di fermo spontaneo che sto pagando di tasca mia. Difenderemo il nostro futuro".
Uncategorized Leader tassisti, il servizio pubblico non si tocca