“Restituire immediatamente ai comuni sardi i 300 milioni di euro scippati nel 2015 dal governo Renzi con il decreto appena annullato dal Tar del Lazio. La decisione, appena pubblicata, è la conferma di quanto lo Stato abbia agito illegittimamente nella sottrazione dei fondi ai comuni, compresi quelli sardi”. Lo ha detto il deputato sardo di Unidos Mauro Pili subito dopo la pubblicazione della sentenza del Tar Lazio che annulla i decreti di Renzi per i tagli ai comuni.
“Gli enti locali sardi hanno subito tagli complessivi di 300 milioni di euro all’anno – dice Pili – con l’avallo e il silenzio della Regione sarda che anziché impugnare il decreto ha accettato supinamente la decisione di palazzo Chigi. E non è un caso che ad impugnare gli atti della Presidenza del Consiglio dei Ministri siano stati i comuni di altre regioni italiane. Emerge in questa ennesima sentenza la sudditanza della Sardegna che subisce tutto, supina. Per servilismo, Pigliaru e soci niente fecero con il risultato che i comuni sardi persero oltre 300 milioni di euro”.
“Voglio sperare – aggiunge Pili – che la regione e i comuni passino immediatamente all’incasso chiedendo la restituzione dei tagli prima che il governo emani nuovi provvedimenti per sanare la decisione del Tar del Lazio, incrementando magari i tagli per il 2017. Vi sono responsabilità soggettive nel non richiedere la restituzione del maltolto. In questo caso la sentenza del Tar è chiara e parla di ‘un intervento di riduzione dei trasferimenti che avvenisse a uno stadio avanzato dell'esercizio finanziario comprometterebbe un aspetto essenziale dell'autonomia finanziaria degli enti locali, vale a dire la possibilità di elaborare correttamente il bilancio di previsione, attività che richiede la previa e tempestiva conoscenza delle entrate effettivamente a disposizione’. Nel caso in esame non è controverso che il provvedimento gravato è stato approvato circa nove mesi più tardi rispetto al termine stabilito dalla legge e a meno di quattro mesi dalla chiusura del corrispondente esercizio finanziario. Da tale sfasatura temporale deriva sicuramente l’illegittimità del d.p.c.m.”.
“La Regione –afferma Pili – deve immediatamente rivendicare l’attuazione della sentenza e chiedere la restituzione dei fondi per i comuni sardi, il governo anche in previsione della prossima manovra di bilancio deve prevedere adeguate coperture al fine di restituire ai comuni le risorse illegittimamente sottratte. Perdere altro tempo – ha concluso Pili – significa confermare una vergognosa subalternità della Regione verso lo Stato a scapito di Comuni e cittadini sardi”.