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"E' una notizia che accogliamo con grande favore, perché in questi mesi e in tutte le sedi ci siamo battuti con forza su questo tema" e "perché ripristina il sacrosanto principio secondo cui le regole del gioco non possono essere cambiate a partita in corso. E, soprattutto, ridà fiducia a oltre mille colleghi sconfortati da una scelta fracamente incomprensibile". Così l'Anm, con il segretario Francesco Minisci, commenta l'emendamento al Milleproroghe approvato al Senato che porta nuovamente da quattro a tre il periodo di assegnazione presso gli uffici giudiziari dei magistrati di prima nomina. "La nostra attenzione ai giovani magistrati c'è sempre stata e – ha detto Minisci al Comitato direttivo centrale, riunito oggi – su questo fronte il risultato è arrivato con l'emendamento al Milleproroghe per cui il termine di legittimazione ai trasferimenti sarà riportato a 3 anni per i magistrati che si trovano nelle sedi di prima assegnazione". Per quanto riguarda l'età pensionabile e la proroga limitata a pochi alti magistrati, su cui nelle ultime settimane si è consumato lo strappo della diserzione della cerimonia dell'anno giudiziario in Cassazione, "purtroppo gli effetti irrimediabili di questo disastroso intervento legislativo si sono in gran parte consumati il 31 dicembre 2016 e la discriminazione si è definitivamente realizzata". "E' ora di accantonare la politica giudiziaria delle leggine estive che hanno le gambe corte", ha aggiunto Minisci: fin quando "mancheranno 1.200 magistrati dall'organico il sistema giudiziario sarà al collasso. Vogliamo che vengano colmati gli organici, che si accelerino i concorsi. Vogliamo che la squadra sia al completo". Il presidente Piercamillo Davigo, ha sottolineato che "la questione della scopertura degli organici è il motivo principale dell'assegnazione dei magistrati di prima nomina nelle sedi disagiate. Li abbiamo difesi e abbiamo ottenuto il risultato".