La Rsu di Eurallumina resta "perplessa per l'accanimento che si riscontra nei confronti del progetto di ripresa produttiva" dello stabilimento del Sulcis. "Noi ci batteremo sino alla fine – promettono gli operai – con la solita determinazione e civiltà, per raggiungere l'obiettivo: riaprire la fabbrica e tornare al lavoro".
Le tute verdi non ci stanno a passare per quelli che barattano la salute con il lavoro e di fronte agli ultimi attacchi degli ambientalisti parlano di una strategia unica tesa a dire No all'industria. "Un no che si giustifica con la preoccupazione, giusta e condivisa da tutti, lavoratori del settore compresi, dell'impatto sanitario e ambientale dovuto agli insediamenti industriali – osservano gli operai – Nel caso specifico di Eurallumina, questi argomenti però sono stati sviscerati e analizzati in 930 giorni di istruttoria tecnica, due presentazioni pubbliche, due conferenze di servizi più un supplemento, con osservazioni e richieste di integrazioni poi chiarite con altri 23 enti diversi".
"Alla base di tutto è ormai chiaro – sottolineano i lavoratori – che non c'è la tutela della salute o dell'ambiente, ma una visione del mondo ipocrita che critica e contrasta in ogni modo le produzioni industriali, ma che ne condivide e consuma i prodotti. Magari vengono fatti produrre in altri Stati, di solito quelli sottosviluppati, dove non esistono regole di tutela ambientale e sanitaria, dove le autorizzazioni te le dà il regime totalitario del momento, dove i lavoratori vengono utilizzati come schiavi".