Ammonta a 245 milioni la spesa totale di amministrazioni comunali (144 milioni) e aziende sanitarie locali (101 mln) nel 2015 per la gestione degli animali d'affezione e non nelle città italiane. Lo fa sapere Legambiente nel rapporto 'Animali in città' osservando che è "sicuramente troppo rispetto ai risultati raggiunti" e che "buona parte dei costi (l'80% per i Comuni) è assorbita dai canili rifugio, strutture indispensabili secondo il modello attuale, ma fallimentari rispetto al benessere animale e alla prevenzione del randagismo", che "è il costo economico più significativo a carico della collettività". Peraltro, questa spesa – spiega Legambiente – è "pari a 4,09 volte la somma impegnata in Italia per tutti i 23 Parchi nazionali italiani (56.758.382,31 euro, riparto 2015) più le 14 Riserve Naturali dello Stato (3.221.708,93 euro, riparto 2015) oppure a 70,2 volte la somma impegnata in Italia per tutte le 27 Aree marine protette (3.500.000,00 euro, riparto anno 2015). Solo il 12% dei comuni e il 43% delle aziende sanitarie locali che hanno risposto al questionario" di Legambiente "ottengono la sufficienza". In particolare, solo 3 città (0,3% del campione) raggiungono una performance ottima: sono Terni, Peschiera Borromeo (Milano) e Formigine (Modena); 22 città (il 2% del campione) ottengono una performance buona e 132 città (l'11,9% del campione) una performance sufficiente. Fra le aziende sanitarie locali solo Napoli 1 Centro mostra una performance ottima; 35 le Asl con punteggio sufficiente (il 43,75% delle 80 che hanno risposto) e 13 le Asl con una performance buona (16,25% del campione).
Su quattro cani randagi catturati nel 2015 in media tre hanno trovato una felice soluzione, secondo le amministrazioni comunali e le Asl. E' quanto emerge dal rapporto 'Animali in città' di Legambiente secondo cui il randagismo rappresenta "l'elemento principale di sofferenza e conflittualità per gli animali e il costo economico più significativo a carico della collettività". L'indagine, spiega Legambiente, "restituisce situazioni locali molto diverse. Ai capi opposti della classifica, la Asl Nuoro dichiara una soluzione positiva ogni 18 cani catturati, mentre la Asl Foggia riporta di aver trovato soluzione a più di 5 cani a fronte di un cane catturato. Secondo le risposte fornite dai comuni, le performance peggiori nel ricollocamento dei cani sono state ottenute in Campania, Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania, come conferma anche l'incrocio dei dati con quelli sull'anagrafe canina regionale". La situazione "è drammaticamente disomogenea e carente su molti fronti, nonostante l'ingente spesa pubblica e il lavoro messo in campo dagli enti più virtuosi – dichiara Antonino Morabito, responsabile Benessere animale di Legambiente – Urge una strategia pubblica che sappia ridisegnare, nazionalmente, la gestione degli animali in città, per tutelare davvero il loro benessere e ridurre al minimo gli elementi di conflittualità".