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Manifestazione a marzo davanti alla sede della presidenza della Regione, e se questo non dovesse bastare, sarà anche sciopero.

L'attacco è arrivato questa mattina da Cgil, Cisl e Uil in una conferenza stampa di denuncia su tutto quello che non va nella sanità sarda. "Questa sanità non ci piace – ha detto Fulvia Murru, Uil – non risponde alle esigenze di salute e cura dei cittadini che pagano sempre di più e in risposta non hanno servizi di qualità.

La Giunta si deve far carico di una sanità che non funziona. Vogliamo risposte. Il personale lavora senza una organizzazione funzionale: la sanità è lasciata al loro spirito di sacrificio. Non c'è programmazione". I sindacati hanno evidenziato le cause dei problemi: "Oggi – ha precisato Murru – la sanità è crollata su tre pilastri fondamentali: mancano i finanziamenti del governo nazionale.

E la giunta non è stata in grado di farsi dare i soldi che servono ai sardi. Cattiva organizzazione e spesa che continua a crescere sono gli altri punti critici". Nessun dialogo con l'esecutivo: "Non abbiamo più relazioni sindacali con l'assessore – ha sottolineato Nino Cois, Cgil – nonostante le nostre continue richieste. Siamo stati costretti a gennaio a sollecitare l'intervento del prefetto per proclamare lo stato di agitazione". I problemi più gravi? "Servizi che stanno peggiorando in un modo molto pericoloso per i cittadini – ha aggiunto – ma anche per i lavoratori del servizio. L'altra questione: noi abbiamo il personale del servizio sanitario tra quelli che hanno lo stipendio più basso. Vogliamo un tavolo di confronto e tutti i dati per l'avvio di questa vertenza: li stiamo ancora aspettando". La nuova Ats? "Rischia di essere la pietra tombale della nostra sanità – ha detto Davide Paderi, della Cisl – c'è a rischio quella che è stata una grande conquista del dopo guerra, la parità di condizioni tra tutti i territori".