"Un altro passo importante per superare 50 anni di diseconomie e attuare una svolta energetica nell'Isola". Così il deputato del Pd, Francesco Sanna, definisce il decreto del Mise che, sulla base della richiesta di Sgi – il secondo gruppo italiano nella distribuzione – ha consentito l'inserimento della dorsale sarda nella Rete nazionale dei gasdotti. "L'uso del metano in Sardegna – commenta – si calcola possa far risparmiare a famiglie e imprese 500 milioni di euro all'anno".
Considerati i 50 anni di ritardo rispetto alla metanizzazione del Mezzogiorno, "è come se l'Isola – argomenta il parlamentare sardo – avesse accumulato un divario sulla bolletta energetica di 25 miliardi di euro". La dorsale è una condotta lunga 409 chilometri che progetta di connettere Sarroch-Oristano-Porto Torres, Cagliari ed il Sulcis, Codrongianus-Olbia. Per essere portata a termine ha bisogno di punti di approvvigionamento realizzabili grazie a quello che Sanna definisce "il secondo passo fondamentale per superare 50 anni di diseconomie".
Ovvero, il decreto legislativo 257 del 2016 che recepisce la direttiva europea sulla costruzione di una infrastruttura per i combustibili alternativi. Una parte riguarda le condizioni per il trasporto e lo stoccaggio del gas naturale liquefatto (Gnl), un'altra proprio le reti energetiche isolate, come quella sarda. In questo modo, fa notare Sanna, "è stato definito il quadro di regole che consentirà agli operatori di valutare con certezza gli elementi alla base dei loro investimenti". Chi realizzerà gli stoccaggi del Gnl, proprio perché sono definite opere strategiche, gestirà un servizio pubblico, utilizzabile da più operatori, che favorirà la concorrenza dell'offerta del gas. Ecco perché, sottolinea ancora l'esponente Dem, "tali investimenti saranno finanziabili anche con un contributo tariffario nazionale, e gli utenti sardi potranno godere di prezzi perequati che compenseranno i maggiori oneri iniziali".