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“Si avvicina la stagione turistica e ancora la questione del Trenino Verde è tutt’altro che risolta”. È questa l’estrema sintesi di Alessandro Murino, vicepresidente dell’associazione turistica Trenino Verde Alta Ogliastra e di Marco Dessì, proprietario di un punto di ristoro a Niala. In un’intervista ci raccontano cosa non va e cosa si potrebbe migliorare…togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.
 
Qual è la situazione del Trenino verde?
 
Quale situazione? Ormai il Trenino verde non esiste più: in Ogliastra si pensa al Trenino verde come a un caro defunto prematuramente scomparso. Sono passati anni, la situazione non è mai cambiata. Stagioni che forse partono, poi non partono più, che partono ma magari ci sono stati dei tagli alla tratta. E gli operatori poi sono costretti a giustificare l'assenza di un servizio, anche se definirlo servizio è blasfemo, addossandosi le colpe e spesso anche le richieste di risarcimento da parte di clienti o tour operator.
 
Un po’ di conti. Quanto costa un biglietto?
 
Intorno ai 25 euro per una tratta media. Significa che con pranzo, guide, ingressi e trasporti non si possono fare pacchetti per meno di 60/65 euro. Sarebbe corretto, ma sono parole a vuoto, che si facesse pagare quell'importo se si utilizza un treno realmente turistico, non per lettorine che superano i 60 anni di servizio e che si fermano perché le bolle l'acqua. Si dice che per la legge sugli incendi il treno a vapore non possa passare in estate. Questo ovviamente solo in Sardegna: in Calabria il treno a vapore con i giusti accorgimenti passa anche a Ferragosto.
 
Quali sono i reali problemi della Mandas-Arbatax?
 
I problemi principali sono il menefreghismo nel corso degli anni. Le mancate manutenzioni hanno portato a quello che oggi è la linea, per non parlare di una politica che punta solo a voce sulle attività del Trenino. Inoltre la circolare a firma del Ministero non aiuta, ma chiunque abbia un po’ di sale in zucca non può pensare di ammodernare una linea di 130 anni in tre mesi. Occorre una proroga. Il problema è che, se non c’è la convinzione di chiederla con forza, la risposta sarà scontata.
 
E la Regione che dice?
 
La Regione Sardegna è presente a nostro parere solo a parole. In tutti i Piano di sviluppo (come quello della Gallura o dell’Ogliastra .ndr) si dice di voler puntare sul Trenino, ma alla prova dei fatti non c'è nulla di concreto. Ora hanno anche imparato a non promettere: lo stesso presidente Pigliaru, in una riunione a Villagrande, disse che bisognava puntare sul Trenino per le zone interne, ma alla domanda “Lei ci garantisce il transito nel 2017?”, rispose di non poter garantire nulla. L'Assessorato ai Trasporti oltre che ribadire il tema della ‘non convenienza economica’, ripete da tempo la solita litania: “Pochi finanziamenti per la manutenzione”. Qualcuno vorrebbe optare per l’aumento dei prezzi dei biglietti come quelli del treno Bernina. Ma a nostro parere servirebbe soltanto a far diminuire i clienti: non ci stupirebbe che qualcuno utilizzi questa scusa per far chiudere definitivamente l’attività del Trenino.
 
Chi gestisce il Trenino è l’Arst: com’è il rapporto tra l’azienda e gli operatori?
 
L’Arst è un’azienda regionale, quindi dovrebbe fare ciò che la Regione dice. Il problema nasce quando vi è un’esigenza o un problema: l’Arst addossa le responsabilità alla Regione, che fa la stessa cosa, e nessuno sa mai a chi rivolgersi per risolvere.
 
È un’accusa grave.
 
Siamo alle comiche. Possiamo fare un esempio? Immaginiamo che Arst e Regione siano un’attività di ristorazione: se nel mio ristorante il cameriere mi fa andar male il locale che succede? Lo sbatto fuori. In questo caso no: sembra quasi che si permetta che il ristorante vada in rovina, premiando però il cameriere con un aumento di paga.
 
Le amministrazioni locali vi supportano?
 
Diciamo che le amministrazioni locali ci sopportano. Il supporto è un’altra cosa. Spesso si fa a gara a chi difende di più il Trenino e a chi dice le più belle cose, ma risultati? Sotto zero. Sono la vera delusione a nostro parere. Con questo clima di “Me ne frego del Trenino” da parte dei sindaci Regione e Arst ci sguazzano. I primi cittadini dovrebbero spiegarci perché stanno investendo in ristrutturazioni di caselli ferroviari, ristoranti e hotel in posti lungo la tratta del Trenino, quando c’è il rischio che questo treno non passi più?
 
Quali sono a vostro parere le soluzioni?
 
Come operatori e come cittadini nel 2016 abbiamo chiesto, al fine di evitate il totale fermo del Trenino, di poter avere dei treni che facessero almeno la tratta Lanusei-Niala, visto che il ponte era inutilizzabile e il tratto Lanusei-Arbatax era chiuso per il cambio delle traversine. Ci fu una risposta positiva, poi per via delle manutenzioni ordinarie dei treni, da eseguire solo a Tortolì per mancanza di un’autofficina nella zona, la nostra richiesta non venne accolta. Ora vorremmo disporre di qualche mezzo per percorrere la Lanusei-Arbatax visto che, dopo oltre un anno di lavori, dovrebbe essere di nuovo percorribile. Si dice che il ponte sarà utilizzabile per aprile, “salvo imprevisti”, ovviamente. Ammettiamo che la fiducia sia poca, speriamo ci smentiscano.
 
L’ultima domanda, forse un po’ retorica: fiduciosi per il futuro?
 
Sì certo, ottimisti. Come no. Ormai siamo a cavallo. Poveri noi che abbiamo investito quei quattro soldi che avevamo per puntare sul turismo in Sardegna e in Ogliastra. Senza porto, senza aeroporto, con una strada in manutenzione e non completata da 30 anni…dove vogliamo andare? Una cosa è certa: almeno i responsabili di questo scempio prima o poi dovranno essere identificati e posti di fronte alle proprie responsabilità.