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Gavino Angius, poeta, ha un ricordo toccante e singolare della sua amicizia con Giulio Angioni: "una telefonata, evento rarissimo per quella sua ritrosia verso il telefono, prima che verso l'interlocutore", ricorda all'ANSA. "Certo, ho pensato che volesse propormi di presentargli un suo libro. No.

Tra pause ed esitazioni, viene fuori un'altra domanda: 'Vedi – mi dice Giulio – sono appena andato in pensione. Ho appena concluso il mio ultimo testo di antropologia. Ci ho messo dentro tutto quello che sapevo'.

Una risatina, il suo umorismo, candido e malizioso allo stesso tempo", rievoca Angius che poi rimane spiazzato dalla sua richiesta: "Adesso, che mi consigli Gavino, continuo con l'antropologia o mi metto a fare lo scrittore? Sai, non ho ancora deciso che cosa fare da grande". "Era già grande Giulio – commenta Angius – immensamente grande, ma non gli piaceva ammetterlo".