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“Nel carcere di Bancali è in serio pericolo la sicurezza degli agenti della Polizia Penitenziaria, costretti a turni massacranti, con carenze di organico oltre il 40% in meno del personaleprevisto. Agenti costretti ad entrare in servizio da soli in reparti delicati come quello dell’Alta Sicurezza 2, dedicato al terrorismo islamista internazionale. Una situazione che i vertici dell’Amministrazione penitenziaria stavano cercando di coprire a scapito dei lavoratori e della loro sicurezza”. Lo ha detto il deputato di Unidos Mauro Pili, dopo la visita ispettiva effettuata ieri nel carcere di Sassari-Bancali, dove sono reclusi 20 tra i più pericolosi jiahdisti internazionali in regime di Alta Sicurezza 2.
 
A Sassari è detenuto l’Imam di Brescia, Muhammad Hafiz Zulkifal, e ritenuto il capo della cellula italiana di Al Qaeda (18 persone) e accusato della strage al mercato di Peshawar a ottobre 2009 (oltre 100 morti nel giorno della visita di Hillary Clinton) e di numerosi attentati. Poi c’è Bouyahia Hamadi Ben Abdul, inserito nella lista dei 60 ricercati più pericolosi al mondo e inserito nella black list di Obama, Abderrahim Moutaharrik, 27enne marocchino, in carcere dallo scorso aprile con l'accusa di terrorismo internazionale per presunti legami con l'Isis. Ancora Abshir Mohamed Abdullahi, 23enne somalo arrestato per istigazione al terrorismo il 9 marzo scorso a Campomarino. Tra loro anche il primo e per il momento unico migrante giunto con un barcone accusato di terrorismo: Mourad El Ghazzaoui. In As2 nel braccio nr. 8 del carcere di Bancali c’è anche Yahya Khan Ridi, afghano, 37enne, arrestato a Foggia.
 
Sono stati gli stessi agenti che ha incontrato Pili nella visita ispettiva “ad informarmi di tutte le gravissime criticità della struttura: mancano 150 agenti, nemmeno un interprete, telefonate senza controllo”.
 
“Non mi attardo, invece, a commentare oltre misura le farneticanti e stupide dichiarazioni di una sottospecie di sindacalista della Cisl – afferma Pili che da sempre svolge la funzione di lustrascarpe dei vertici penitenziari fregandosene della sicurezza degli agenti e delle strutture in cui operano. Del resto – conclude il deputato di Unidos – gli agenti sanno il mio impegno a tutela delle loro condizioni di lavoro. Sono la quasi totalità dei sindacati, quelli seri e autorevoli, a riconoscere pubblicamente questo mio impegno da anni. Al sindacalista lustrascarpe lascio le medaglie che gli daranno i padroni per aver tentato di contrastare in modo ridicolo denunce serie e supportate da fatti oggettivi a tutela degli agenti penitenziari”.
 
Emanuele Concas