Scoppia il ‘caso jiahdisti’ nelle carceri della Sardegna. Non solo per la presenza di 28 reclusi, oltre la metà del totale (44) dei detenuti nelle carceri italiane accusati di terrorismo internazionale nelle carceri di Sassari-Bancali e Nuoro Badd’e Carros, come ha denunciato ieri il deputato di Unidos Mauro Pili, “ma anche – afferma Alessandro Cara, segretario regionale della Sardegna dell’Uspp (Unione sindacale polizia penitenziaria) – per l’alta concentrazione di popolazione islamica nelle colonie penali, che dovrebbero essere attenzionati alla pari degli altri detenuti jihadisti”
“Apprendiamo con stupore delle reazioni susseguitesi all’allarme lanciato dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che il 5 Gennaio ha dichiarato che esiste il rischio di ‘radicalizzazione’ di cellule del terrorismo islamico nelle carceri italiane”, afferma il segretario dell’Unione sindacale polizia penitenziaria, il sindacato più rappresentativo degli agenti in Sardegna, che spiega: “Lo stupore è dovuto principalmente non tanto alla notizia in se, che già potrebbe essere grave, bensì, alla situazione generale in cui versano gli Istituti della Sardegna, in relazione alla tipologia della popolazione detenuta, rapportata alla gravissima carenza di poliziotti in servizio”
A Bancali, che dovrebbe essere di “massima sicurezza”, considerati i detenuti ospitati, 41 Bis e Jihadisti, dovrebbero esserci in servizio, “415 Poliziotti, ma al 15 dicembre corso (su dati del Provveditorato della Sardegna), ci sono solo 243 poliziotti – afferma Cara -, più 38 unità assenti per malattia, che presumibilmente potrebbero non rientrare più in servizio, quindi con una percentuale d’assenza pari al 40%. Gli Istituti di Oristano e Tempio, molto simili tra loro, ospitano i detenuti AS 1 e AS 3, per contro, i poliziotti ivi in servizio dovrebbero essere rispettivamente 210 e 158, invece sono 142 ad Oristano e 88 a Tempio Pausania”. Situazione grave anche a Badd’e Carros di Nuoro che “oltre gli AS1 ( tra i quali capimafia e boss della ndrangheta) ospita altri 8 jahidisti altamente pericolosi, o perlomeno quanto quelli sassaresi in regime di AS2. Anche qui a Badd’e Carros si registra una carenza di personale operante del 35%”.
“Il quadro è completato dalla carenza di agenti nelle colonie penali, Istituti che sono sottovalutati come eventuale pericolo di presenza di potenziali Jihadisti e di’radicalizzazione’, ma che invece, vista l’alta concentrazione di popolazione islamica, dovrebbero essere attenzionati alla pari degli altri degli altri istituti. Nelle colonie penai si registra una carenza di personale che si aggira attorno al 30%”.
Cara conclude spiegando che “la situazione è drammatica e potrebbe legittimamente far pensare anche ad un serio pericolo sociale, considerato che la sicurezza all’interno degli istituti, con le carenze riportate, non è proprio massima, è aggravata ulteriormente dalla carenza dei Direttori che sono 5 per 10 Istituti penitenziari e all’assenza di un Provveditore. La cosa più grave è che l’Amministrazione penitenziaria non ha colto la gravità della situazione, ovvero la previsione che nel giro di 5 anni massimo il 50% dei poliziotti penitenziari attualmente in servizio andrà in pensione per anzianità di servizio”.
Emanuele Concas