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Ennesima Allerta meteo superflua, di fatto anticipata di 24 ore (ndr l’Aeronautica Militare aveva previsto il peggioramento a partire dalle 22 del 19 Dicembre), ed ennesimi disagi per i cittadini, scuole e uffici chiusi in previsione della tempesta che non arriva. Credo ci sia un problema.
 
Non possiamo dare la colpa di ciò al Sindaco, non sarebbe giusto e neanche corretto ma non si può continuare ad accettare l’eccesso precauzionale di chi dovrebbe conoscere bene i fenomeni naturali.
 
Quanto accaduto richiama alla mente la favola di Esopo intitolata “Lo scherzo del pastore”
“Un pastorello conduceva ogni giorno le sue pecorelle a pascolare. Si annoiava molto e così decise di fare uno scherzo a tutta la gente del villaggio. 
 
– Aiuto… al lupo al lupo. Cominciò allora a gridare con quanto fiato aveva in gola
Tutti i contadini accorsero armati di forconi e randelli, ma quando arrivarono nel grande prato non videro neanche l'ombra del lupo. Il pastorello rideva a crepapelle :
 
– Era solo uno scherzo e voi ci siete cascati!!!
Qualche giorno dopo ripeté lo stesso e i contadini allarmati giunsero di corsa la prato .
Presto si accorsero che il pastorello si era giocato un'altra volta di loro.
Un giorno arrivò d'improvviso un intero branco di lupi; il pastorello cominciò a gridare disperatamente:
 
– Al lupo al lupo.
Ma i contadini , credendo a un altro scherzo, non si mossero più. Indisturbati, i lupi, fecero strage di pecore e agnelli.”
 
Ogni volta che scatta un'allerta meteo che poi risulta infondata o sbagliata nei tempi, il pensiero corre al pastorello giocherellone. 
 
Evidentemente, nel sistema di protezione civile, c'è un problema. Un problema, probabilmente, dovuto alla finalità dell'allarme e alla fondatezza dello stesso. I soggetti preposti al monitoraggio dei fenomeni meteorologici spesso e volentieri, dall'osservazione degli stessi, addivengono a conclusioni diverse e spesso contrastanti. Viene naturale, per prima cosa, chiedersi se tali soggetti dialoghino tra loro. Perchè se così non fosse, sarebbe bene instaurare questo dialogo al fine di dare un'interpretazione univoca e ben fondata dei fenomeni in essere.
 
Dopo gli eventi disastrosi del passato e del presente si è visto un aumento dell'azione precauzionale e dell'abuso dell’allerta meteo. Ora, ci si chiede se ci si trova di fronte a fenomeni imprevedibili per i quali, onde evitare rischi alla popolazione, è bene adottare un comportamento eccessivamente prudenziale o se tale atteggiamento è dovuto solo alla paura delle possibili conseguenze giudiziarie di un mancato allarme. 
A pensar male, verrebbe naturale propendere per la seconda ipotesi ma non credo che sia questo il ragionamento più corretto.
Giusto per essere più precisi, prima di arrivare a conclusioni affrettate, è bene fare riferimento al quadro normativo vigente in tema di Protezione Civile:
 
– La legge n. 225/92 (modificata ed integrata dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012) istituisce il Servizio Nazionale di Protezione Civile “al fine di tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi”;
 
Il “Servizio Comunale di Protezione Civile” è un servizio che comprende le diverse attività di previsione, prevenzione, preparazione, gestione e superamento dell’emergenza, erogato attraverso una struttura ordinaria. 
 
– Il decreto ministeriale 28 maggio 1993, individua, tra i servizi indispensabili dei Comuni, anche i servizi di protezione civile, di pronto intervento e di tutela della sicurezza pubblica. 
 
– Il D.Lgs. 18 agosto 2000 n.267 (“Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali”) e ss.mm.ii. al comma 7 dell’art. 149 precisa che le entrate fiscali finanziano i servizi pubblici ritenuti necessari per lo sviluppo della comunità ed integrano la contribuzione erariale per l'erogazione dei servizi pubblici indispensabili. 
 
– L’art.19 della L.135/2012 “spending review” (“Funzioni fondamentali dei Comuni e modalità di esercizio associato di funzioni e servizi comunali”) annovera la pianificazione di protezione civile e il coordinamento dei primi soccorsi tra le “funzioni fondamentali” dei Comuni ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera p, della Costituzione. 
 
Pertanto in un Comune, la protezione civile rientra tra le funzioni fondamentali ed è un servizio indispensabile, erogato in maniera continuativa e diffusa, di cui si deve garantire il funzionamento anche in situazioni ordinarie, oltre che in caso di emergenza.
Questo quadro dovrebbe essere sufficientemente esplicativo e chiaro. Siamo di fronte ad un servizio essenziale ma la mancanza, evidente, di dialogo tra i soggetti deputati allo studio dei fenomeni meteorologici non consente ai Sindaci di espletare al meglio tale funzione e li porta, frequentemente, ad un eccesso di prudenza creando così disagi ai cittadini. 
 
Quindi non posso prendermela con il Sindaco per le decisioni prese in caso di Allerta rossa ma posso invitarlo ad andare a fondo alla questione per capire se e come far dialogare i soggetti che si occupano dello studio dei fenomeni meteo e delle, conseguenti, previsioni. Dal dialogo di questi soggetti, dalla collaborazione tra tutti gli attori interessati o, ancora meglio, dalla gestione da parte di un unico soggetto qualificato (l’Aeronautica Militare) si potrebbe giungere ad una gestione meno schizofrenica del problema. Si eviterebbero così sovrapposizioni di competenze e si metterebbero i sindaci nelle condizioni ideali per gestire al meglio tali eventi.