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"La scuola era il primo punto del programma di Francesco Pigliaru, ma la Giunta tutta teoria e zero pratica ha fatto flop". Lo afferma, in una nota, il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci.

"Hanno approvato un primo piano di dimensionamento che ha chiuso gli istituti nei piccoli centri, hanno rallentato gli interventi di edilizia scolastica solo per spacciarli come propri sotto l'etichetta posticcia di iscola, si sono appiattiti sulle politiche scellerate del Governo Renzi. Ora perfino dalle file della maggioranza si accorgono che non è possibile avallare una politica fallimentare e profondamente ingiusta sul piano sociale. Pigliaru – ha concluso Capellacci – prenda atto che la stagione della politica degli annunci si è conclusa".

Dedoni (Rif): "Si va verso la catastrofe sociale":

"Il Piano di dimensionamento scolastico per il 2017, in via di definizione, rischia di replicare i disastri già visti due anni fa, con chiusure indiscriminate di istituti nei territori più disagiati senza che si presti il minimo ascolto alle esigenze delle comunità. Si va verso la catastrofe sociale, alla faccia dei proclami della giunta Pigliaru sulla lotta allo spopolamento: le politiche dell'esecutivo di centrosinistra in materia di istruzione stanno contribuendo ad aggravare il fenomeno, accelerando l'impoverimento e la desertificazione delle zone interne a tutto vantaggio delle grandi aree urbane".

Lo dichiara, in una nota, il capogruppo dei Riformatori Sardi-Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.

"Le Province commissariate non aiutano a controbilanciare le ferree direttive regionali – sottolinea Dedoni – i commissari nominati dal centrosinistra non rappresentano i territori ma la coalizione politica di riferimento ed eseguono senza fiatare quanto ordinato da Cagliari. Gli unici criteri adottati sono quelli del bravo ragioniere: il Governo ha dettato i parametri, l'esecutivo si è uniformato senza chiedere alcuna deroga, nonostante le peculiarità della nostra Regione, le difficoltà nei trasporti e l'altissimo tasso di dispersione scolastica che dovremmo fronteggiare, e i commissari devono solo eseguire i calcoli e decidere dove tagliare. C'è un evidente deficit di democrazia in un sistema in cui gli studenti e le loro famiglie sono considerati una variabile marginale di cui nessuno tiene conto, ma c'è anche un deficit politico quando si ragiona solo in termini numerici e non si riesce a concepire il ruolo che l'istruzione può avere per lo sviluppo dei territori. Senza contare i gravi problemi di sicurezza causati dall'incremento del fenomeno del pendolarismo scolastico in zone scarsamente servite dal trasporto pubblico locale, che porta ragazzi minorenni a restare per ore in balia di se stessi, esposti a qualsiasi pericolo mentre, terminate le lezioni, aspettano di poter prendere la corriera o il treno che li riporterà a casa", conclude Dedoni.