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Il torbido intreccio dell'amore diabolico tra l'infermiera Laura Taroni e il medico anestesista Leonardo Cazzaniga a Saronno ricorda storie analoghe che, non soltanto in Italia, hanno visto medici e infermieri condannati per aver ucciso numerosi pazienti affidati a loro. * Il più recente è il caso di Fausta Bonino, l'infermiera di Piombino arrestata il 31 marzo scorso. Per l'accusa avrebbe causato la morte con 'bombe' di eparina di 13 pazienti (saliti poi a 14) nel reparto di rianimazione dell'ospedale dove lavorava, ma è stata scarcerata dal tribunale del riesame di Firenze il 20 aprile. Proprio il riesame dovrà riprendere in mano le carte dell'inchiesta: ai giudici fiorentini la Cassazione, dopo il ricorso della procura di Livorno, ha chiesto di rivisitare il procedimento. Tra il 6 e il 7 dicembre saranno effettuate le autopsie sulle salme di alcuni dei pazienti che secondo la procura di Livorno sarebbero state uccise da somministrazioni non prescritte di eparina. * Poco prima, l'11 marzo scorso, era stata condannata all' ergastolo Daniela Poggiali, la 44enne ex infermiera dell' ospedale Umberto I di Lugo, nel ravennate, accusata di avere ucciso una sua paziente 78enne iniettandole la mattina dell'8 aprile 2014 una dose letale di potassio. * E' stato condannato all'ergastolo anche Angelo Stazzi, l'infermiere accusato di aver ucciso 5 anziani in una casa di riposo di Tivoli, vicino a Roma, nel 2009. Secondo la sentenza, "l'angelo della morte" aveva fatto morire i pazienti somministrando loro dosi letali di insulina – pur non essendo diabetici – e in due casi anche psicofarmaci. Era sospettato di 7 omicidi, ma per gli altri due decessi il pubblico ministero aveva chiesto l'assoluzione con formula dubitativa. La Corte d'Assise di Roma ha accolto la richiesta dell'accusa e inflitto il carcere a vita a Stazzi, oggi di 69 anni. L'uomo era un vero serial: è stato infatti condannato a 24 anni per l'assassinio di una sua collega, Maria Teresa Dell'Unto, avvenuto nel 2001 ma venuto alla luce solo nel 2009, quando fu trovato il cadavere della donna. * L'infermiera Sonya Caleffi è stata invece condannata a 20 anni per le iniezioni letali in corsia all'ospedale Manzoni di Lecco. Caleffi era stata arrestata nel 2004 con l'accusa di aver inoculato aria nelle vene di cinque anziani pazienti, causandone la morte. La donna è accusata di aver ucciso anche in altri periodi, in diverse strutture sanitarie della provincia di Como, anche se lei ha sempre negato. Nel mondo i casi di killer in corsia hanno assunto proporzioni ben più ampie di quanto avvenuto in Italia. Tra gli ultimi casi, quello di una anestesista brasiliana di 56 anni sospettata nel 2013 di aver ucciso oltre 300 pazienti per motivi abietti: liberare posti letto nel reparto di terapia intensiva da lei diretto nell'ospedale evangelico di Curitiba, nello stato meridionale del Paranà.