Come ogni anno, in questo periodo, si assiste a vere e proprie battaglie ideologiche sulla legittimità o meno della festa di Halloween. Dalla mia ricerca, ho scoperto che Halloween è una antichissima festa celtica che celebrava il capodanno, chiamato Samhain.
Questo, rappresentava la fine della stagione calda e l’inizio del freddo e delle tenebre, e per questo motivo, la morte era il tema principale della festa. Inoltre, la notte della vigilia del nuovo anno, ossia il 31 ottobre, gli spiriti dei defunti avevano il permesso di accostarsi per un pò al mondo dei vivi, i quali, avendone paura, li trattavano con attenzione e rispetto per non incappare in qualche “scherzetto”.
Tutto sommato, questo non sembra essere correlato con il Diavolo, i satanismi e il Male ma piuttosto, sembra un bisogno che anche il popolo sardo (come forse tutte le popolazioni) ha sempre avuto: celebrare e ricordare le anime dei cari defunti. Ne sono un rinomato esempio le ricorrenze di Is Animeddas e is Panixeddas nel Campidano e nel sud Sardegna, Su Prugadoriu in Ogliastra, Su Mortu Mortu nel nuorese; dai bambini travestiti da fantasmi che vanno di casa in casa a chiedere doni per “le piccole anime”, alle zucche intagliate e illuminate, molte sono le assonanze con la festa della discordia.
Vediamo invece di riflettere su quali possono essere i risvolti psicologici di questa sconosciuta festa. Perché, esistono dei risvolti psicologici di Halloween? Qualcuno dice che gli psicologi hanno gli studi pieni di bambini che non dormono più la notte perché terrorizzati dalle maschere! Io questo lo ignoro, tuttavia mi sento di fare un paio di considerazioni. Noi psicologi ripetiamo ai nostri pazienti che il miglior modo di gestire la paura è affrontarla. E’ un mantra! Tutti sanno che la paura si affronta, affrontando la paura. Chi di noi non ha un post-it sullo specchio del bagno con questo consiglio-regola?
Bene, con Halloween abbiamo l’occasione di fare un pò questo. In particolare i bambini, che hanno fisiologicamente paura dei mostri, possono avvicinarsi a qualcosa che per loro è molto spaventoso, ma con le emozioni che si riservano per una festa. Halloween permette di associare qualcosa di “brutto” a un’emozione confortevole. L’esperienza positiva può essere trovarsi un pò più vicini a qualcosa che fa paura per avere la percezione di “conoscerlo meglio”, esorcizzando così la paura stessa.
Non credo che l’intento dei bambini e dei loro genitori sia idolatrare il diavolo; non credo che una maschera, un cappello da strega, una zucca intagliata possano portare a uno sfrenato consumismo; non credo che gruppetti di ragazzini mascherati per le strade possano portare al disordine cittadino. Credo invece nel buono che è in ognuno di noi e nella capacità che l’essere umano ha, di trasformare ogni cosa in una cosa buona. E a volte, divertente. A proposito, il nome di Halloween deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve che significa “la vigilia di tutti i santi”. Bastava la parola.
Per approfondimento: Halloween, October 31 in HOLIDAYS USA, English Teaching Division, Information Agency, Washington D.C., 1982, pp. 44-46