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Aumentano del 5,2 per cento i residenti stranieri in Sardegna: 2.346 abitanti in più nel 2015 per un totale che arriva a quota 47.425. Sempre incremento, ma tendenza in leggero calo: nel 2014 la crescita era stata del 6,9 per cento, 2.920 persone. Gli immigrati incidono sulla popolazione sarda per il 2,9% (contro il 12,0% che si registra in Emilia Romagna, la regione italiana con la più alta densità di extracomunitari) e sono lo 0,9% di tutti gli stranieri residenti in Italia.

Lavorano sempre di più: il numero degli occupati nell'anno è aumentato del 3,1%, valore superiore sia a quello registrato nel mercato del lavoro nazionale sia in quello delle regioni meridionali (rispettivamente dello +0,8% e +1,6%). Il tasso di occupazione delle persone in età da lavoro si è attestato al 50,1%, (1,8% in più rispetto al 2014). Crescono anche le imprese straniere. Sono alcuni dei dati del dossier statistico immigrazione 2016 curato dal Centro studi ricerche Idos in collaborazione con Confronti, in parternariato con l'Unar e finanziato dall'8 per mille della Chiesa valdese, presentati nell'aula magna della facoltà di Scienze politiche dell'Università di Cagliari. Presente, tra gli altri, l'assessore regionale del Lavoro Virginia Mura.

"Tante leggende sugli immigrati ma la realtà – ha chiarito l'esponente della Giunta – è che possono essere per noi una grande risorsa". Gli stranieri residenti in Sardegna giungono per oltre il 50% (24.969) da Paesi del continente europeo, in particolare dalla Romania con 13.550 persone. I residenti stranieri si sono insediati per lo più nelle aree costiere. Nel 2015 la quota di denaro inviata dai cittadini stranieri nei loro Paesi d'origine è stata 62.053 mila euro, in diminuzione rispetto al 2014. Le rimesse sono concentrate in prevalenza nella provincia di Cagliari (27.869 mila euro) e di Sassari (22.023 mila euro), le stesse province che esprimono il più alto numero di immigrati e di attività anche imprenditoriali ad essi collegate.

Gli sbarchi? "Chi arriva vive come segregante l'approdo in Sardegna – spiega il dossier – e tenta in ogni modo di proseguire il cammino verso il continente europeo. Nel corso del 2015 – prosegue il report – si è affacciata l'idea (proveniente dal settore della politica) che dell'accoglienza dei migranti potrebbero farsi carico le cosiddette 'zone interne' della Sardegna che, con i migranti, vedrebbero una frenata del calo demografico che da anni investe l'Isola. Un'idea che contrasta con i dati disponibili, gli stili e le rotte di viaggio dei migranti, con le asimmetrie di genere, di cittadinanza, di età, di nuclei familiari degli immigrati insediati nelle diverse aree dell'Isola, comprese le 'zone interne' nelle quali sono comunque presenti".