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Il sottosuolo di Olbia continua a svelare parti della sua storia, regalando scorci delle civiltà antiche che emergono al primo scavo. Così, durante i lavori per la realizzazione della rete del gas in via Gabriele d'Annunzio, gli operai hanno scoperto cinque tombe alla "capuccina" di età romano imperiale, verosimilmente risalenti al II secolo avanti cristo. Tra i resti e le ossa ritrovate, compresso quello di un bambino, sono stati recuperati anche un paio di orecchini d'oro, un anello d'argento, alcune urne e porta unguenti in vetro.

"Si tratta di reperti danneggiati da lavori realizzati in passato, ma che rientrano tra i ritrovamenti che ci si aspetta di trovare all'interno della Necropoli di Olbia", spiega il coordinatore della Soprintendenza dei beni culturali, Rubens D'Oriano. L'area, infatti, si trova a poca distanza dal sito archeologico di San Simplicio, scoperto nel 2011 quando iniziarono i lavori per la realizzazione dell'Urban Center. Allora le ruspe portarono alla luce, a pochi metri dalla basilica di San Simplicio, un tesoro fatto di anfore greche, arredi funerari, una fornace per la calce e i resti del luogo di culto dedicato alla dea Cerere romana. Reperti ora esposti in teche all'interno del museo allestito sotto la basilica, dove oggi sorge una piazza e un parcheggio sotterraneo, e dove sono state dissotterrate oltre 450 tombe e decine di strutture murarie, testimonianza del passaggio delle varie civiltà antiche.

"E' un sito archeologico – aveva sottolineato D'Oriano in occasione dell'apertura al pubblico – che presenta una stratificazione di presenze che percorre il periodo che va dal fenicio a quello greco, passando per il periodo punico e romano".