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In questo momento ci sono due grandi forme di accoglienza: il sistema organizzato dello Sprar (Servizio centrale sistema protezione richiedenti asilo), che prevede il coinvolgimento delle amministrazioni comunali e accoglie circa 26 mila persone e il sistema Cas (Centri di accoglienza straordinari) che ospita i restanti 140 mila circa ed è di competenza prefettizia: Goro è il tipico esempio di Cas, in cui la prefettura individua uno spazio in cui inviare le persone. A fare il quadro della situazione migranti in questo momento è stato il delegato Anci all'immigrazione, Matteo Biffoni, sindaco di Prato, davanti alla Commissione migranti. "Nel massimo rispetto per la posizione di tutti, per esempio ci sono tre presidenti di Regione che chiedono con forza la possibilità di usare l'emergenza – ha proseguito Biffoni – il sistema Anci fa un ragionamento diverso: questa non è emergenza, ce lo dicono i numeri, anche se il 2016 è stato l'anno record degli arrivi, intorno ai 160 mila rispetto ai 130 mila di due anni fa. Anci chiede di uscire da logica di emergenza e poichè alla fine sono i sindaci a metterci la faccia, proponiamo un meccanismo per cui si inverte la rotta, ridando centralità all'amministrazione comunale e provando a dare ordine ad una situazione che altrimenti rischia di creare tensioni sul territorio". Lo Spar diventi il sistema, questo chiede Anci, ricoinvolgendo i Comuni, lasciando all'emergenzialità rappresentata dal Cas una minoritaria presenza sul territorio. In questo modo, "il sindaco avrà l'opportunità di scegliere il percorso in cui stare. Intanto il ministro Alfano è stato di parola: con una circolare dell'11 ottobre ha definito la cosiddetta clausola di salvaguardia, ovvero ordina ai prefetti di esentare da nuovi arrivi arrivi non condivisi col territorio quei Comuni che aderiscono al sistema Spar" ha concluso Biffoni.