Sono il posto giusto per ricercare le proprie radici, sono location spettacolari per matrimoni e sempre più di frequente sono luoghi dove si possono praticare attività particolari, spesso uniche, da Viggianello in Basilicata dove si fa acqua trekking a Polcenigo in Friuli dove si praticano immersioni speleo-sub e si svolge il festival della Land Art. Sono i 419 borghi italiani, meta di un turismo in crescita ma che ancora non raggiunge nemmeno pallidamente il pieno della proprie potenzialità. E a fare da capofila come concentrazione di piccoli e affascinanti borghi, una volta tanto, non ci sono le solite regioni italiane prime della classe nel turismo ma Abruzzo e Sardegna che insieme rappresentano il 25% del totale nazionale (rispettivamente il 14,3% e il 9,3%). Alta anche la quota dei borghi presenti in Lombardia (6,7%), in Umbria (6,4%), in Emilia Romagna ed in Piemonte (ambedue le regioni con il 6%). Seguono altre regioni, con quote percentuali inferiori: Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Liguria.
“I borghi, ancora oggi, rappresentano un valore inespresso e molto sottovalutato – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico della società di ricerche turistiche Jfc che ha fatto una ricerca sull’argomento – e ciò si riscontra nel basso indice di internazionalizzazione, pari al 28,7%, con una forte frequentazione di tedeschi, francesi e inglesi. Le previsioni indicano, per il 2016, un incremento di visitatori complessivi del +11,4%, con un incremento maggiore per quanto riguarda i mercati esteri (+15,9%) rispetto a quello nazionale (+8,8%). Target in prevalenza di tipo familiare (le famiglie con bambini rappresentano il 25,6%), spinti da una forte motivazione di scoperta della storicità e cultura del borgo”. Quest’anno si stima che le presenze raggiungeranno i 14 milioni 700 mila. Nel 2015 erano 13 milioni 195mila, per complessivi 5 milioni 871 mila arrivi con un giro di affari di 954 milioni di euro”. Sul mercato italiano la regione i cui residenti sono i maggiori frequentatori dei Borghi è la Lombardia, che rappresenta il 15,4% del totale dei visitatori, seguita dall’Emilia Romagna con il 13,7%. Vengono poi la Toscana ed il Lazio, rispettivamente con una quota del 10,7% e del 9,9%. Poi, ancora: la Puglia genera l’8,3% dei visitatori dei Borghi, come pure il Piemonte (8,3%), dal Veneto (7,5%), dalla Liguria (5,2%) e dal Trentino Alto Adige (4,4%). Molto interessante la tipologia degli alloggi scelti dai frequentatori di borghi: gli ospiti desiderano dormire dove vi sia la garanzia di poter vivere un contatto diretto con i residenti e le loro tradizioni. Sono infatti agriturismi, B&B e alberghi diffusi le tre formule ricettive più desiderate, rispettivamente con il 22,9%, il 21,2% ed il 19,2% delle preferenze.