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Una mareggiata senza precedenti. Le onde che hanno investito le coste da Teulada fino al Poetto fino a tutta la costa sud-est,  hanno messo in ginocchio tanti operatori del settore balneare sardo. FIBA – Confesercenti chiede alla Regione lo stato di calamità naturale. Stabilimenti distrutti e azzerati i ricavi di una stagione che è stata ottima dal punto di vista delle presenze. 
 
“Chiediamo lo stato di calamità naturale, anche se per il nostro settore non è prevista alcuna tutela di questo tipo,  purtroppo siamo stati vittime di un evento eccezionale di una portata imprevedibile per il mese di ottobre.
 
Il nostro settore , che conta circa 600 aziende in tutto il demanio dell’Isola, non è destinatario di allerta meteo specifici ma ci si rifà agli  avvisi di burrasca emessi dai siti web che forniscono informazioni  meteo-marine dedicate prevalentemente ai naviganti, pertanto, se non esperti, è difficilissimo prevedere   che impatto sulla costa possano avere vento e onde  e in quale zona costiera potrà esserci maggior impatto – spiega Gianluigi Molinari, Coordinatore Regionale FIBA – I servizi Turistico-ricreativi  sono disciplinati  dalle ordinanze delle Capitanerie di Porto e della Regione.
 
La stagione balneare di norma è dal primo maggio al 31 ottobre e sebbene l’obbligo di tenere aperte le strutture  sia dal 15 giugno fino al 15 settembre, grazie al clima favorevole e alla numerosa presenza dei turisti nella bassa stagione sono diventati di stimolo per la categoria che ben volentieri garantisce i servizi essenziali nelle spiagge, mantenendo di conseguenza  parte del personale addetto.”
 
Un interesse non certo legato al profitto, che ovviamente fuori stagione permette solo di coprire i costi, ma soprattutto per un aspetto turistico-balneare di chi crede davvero che il “fuori stagione” debba essere appetibile per chi arriva anche grazie ai servizi che si possono trovare nelle spiagge. 
 
“Ci siamo messi in gioco cercando di riconquistare quei turisti che si sono allontanati a causa di mete più economiche e che stanno tornando grazie alla situazione instabile del Mediterraneo – aggiunge Molinari – abbiamo mostrato un senso di responsabilità importante sia nei confronti di chi arriva in Sardegna ad ottobre che non si deve sentire abbandonato fuori stagione, ma anche nei confronti dei nostri collaboratori ai quali quest’anno siamo riusciti a garantire 6 mesi di lavoro continuativi a gran parte di loro.”
E se da una parte il settore non usufruisce di alcun incentivo pur offrendo dei servizi ormai indispensabili per turisti e locali e garantendo tanti posti di lavoro ai giovani sardi, dall’altra si aggiunge la difficoltà di tutelarsi per eventi atmosferici eccezionali, poiché difficilmente le assicurazioni offrono polizze per questo tipo di rischio.
 
“Vorremmo stimolare i colleghi a predisporre un documento unitario da portare all’attenzione del Presidente della Regione Pigliaru, a cui chiediamo un incontro formale – conclude Molinari – per chiedere l’istituzione di un fondo specifico a favore delle aziende del settore balneare  per eventi rari, come quello che ci ha colpiti”.