Era il fiore all’occhiello del turismo invernale sardo, un’opera mastodontica a 1500 metri d’altezza: centinaia di appartamenti, un’area relax, ristorante, sala da ballo, piscina, piste da sci. Ora lo Sporting Club Monte Spada, struttura alberghiera costruita a Fonni dai fratelli Cualbu negli anni ‘70, è un rudere abbandonato a sé stesso, una cattedrale nel deserto tra le vette più alte del Gennargentu.
La storia
La struttura venne realizzata dalla famiglia Cualbu e inaugurata nel 1973. In dieci anni divenne la più rinomata della Sardegna fino ai primi anni ottanta quando venne chiusa. Erano gli anni del buio malavitoso di Fonni. Successivamente fu il Comune ad acquistarla, con fondi regionali, e ad affidarla alla cooperativa Bruncu Spina. Il complesso ricettivo rimase in attività per un’altra decina d’anni prima di chiudere definitivamente i battenti per bilanci disastrosi e per un contenzioso tra il Comune e gli affidatari della gestione.
Nel 2008 qualcosa si mosse in favore di una riapertura: il Comune pubblicò un bando per la ristrutturazione del complesso. I danni vennero quantificati: 5 milioni di euro. La situazione però non si sbloccò. Il resto lo fece il tempo, i vandali e la stessa natura.
Oggi
All’interno dell’ex albergo, depredato da ladri, è ancora possibile trovare mobili distrutti, materassi e reti divelte in quelle che una volta erano gli appartamenti dove venivano ospitati i clienti. Nell’area circostante regna il degrado, mentre ormai la vegetazione si sta riappropriando dei suoi spazi.
“L’idea della nostra amministrazione – commenta Daniela Falconi, neosindaco di Fonni – è quella di vendere l’intero stabilimento, per dare la possibilità a qualcuno di scommettere su quella che per i fonnesi è una struttura storica”.