"Erano in due, un italiano e uno straniero, mi hanno violentata". Ha superato lo choc, il terrore che le era rimasto impresso nella mente e ha trovato il coraggio di denunciare lo stupro. Una ragazza di 23 anni ha raccontato ai carabinieri di aver subito la violenza sessuale la notte tra domenica 18 e lunedì 19 settembre, in pieno centro a Cagliari. La Procura, con il pm Diana Lecca, ha aperto un fascicolo e chiesto ai militari dell'Arma una serie di accertamenti. Per gli inquirenti il racconto della vittima è verosimile: la ragazza ha fornito tutti i dettagli di quanto le è accaduto a cui si sono poi aggiunti i riscontri medico legali effettuati dopo le visite in ospedale.
La ragazza – questa la sua ricostruzione – stava rientrando a casa quando nella zona di piazza Matteotti, vicino alla stazione ferroviaria, è stata avvicinata dai due uomini. Una chiacchierata di qualche minuto, poi i due hanno convinto la giovane a spostarsi in un luogo più appartato. Qui, lontano da sguardi indiscreti e coperti dal buio, si è consumato lo stupro. La vittima è stata abbandonata sulla strada in stato di choc, mentre i due violentatori si sono dileguati velocemente. Rientrata a casa, la 23enne non ha detto una parola ai familiari. Il giorno dopo, però, si è sentita male ed è stata accompagnata dai genitori al pronto soccorso dell'ospedale Santissima Trinità.
I medici, vistandola, si sono subito resi conto della situazione e hanno deciso di attivare il percorso previsto dal "codice rosa" per la protezione delle vittime di violenza: donne, bambini e anziani. Un protocollo che oltre allo scambio di informazioni tra i sanitari e le forze dell'ordine, indirizza la vittima alla struttura più consona – in questo caso il reparto di Ostetricia e Ginecologia – e fornisce il necessario supporto psicologico. Ormai al sicuro, la giovane ha trovato il coraggio di denunciare nei dettagli la sua terribile esperienza. I carabinieri della Compagnia di Cagliari stanno ora cercando di ricostruire ogni cosa. Elementi utili potrebbero arrivare dalle riprese delle telecamere di piazza Matteotti e dalle "celle" dei telefonini agganciati in zona. La vittima – ma questo particolare non è stato ancora confermato dagli inquirenti – avrebbe parlato anche di un video sulla violenza subita registrato con un cellulare.
Un filmato che se esistesse e venisse recuperato dagli investigatori, potrebbe consentire una svolta per inchiodare i responsabili. Altri elementi potrebbero arrivare dai prelievi effettuati in ospedale, compresi quelli per il Dna. "Le violenze sessuali in Sardegna sono una piaga allarmante – commenta la presidentessa del Centro Donna Ceteris, Silvana Maniscalco – Lo scorso anno sono stati commessi oltre 51mila reati in tutta l'isola, di questi, 15.549 hanno coinvolto donne. Nei primi sei mesi dell'anno in corso su 16.440 delitti, 4.840 hanno visto vittime le donne. Negli ultimi cinque mesi le violenze sessuali hanno avuto un'incidenza dell'85,29% a livello regionale e dell'80,95% nel cagliaritano. È uno scenario decisamente fuori controllo".