Piovono critiche dal centrodestra sulla sfida, tutta interna al Pd, per la presidenza di Anci Sardegna. Riformatori e Fratelli d'Italia puntano il dito contro il partito di maggioranza relativa e sollecitano l'elezione di un presidente di garanzia. "Il Pd non è in grado di esprimere una candidatura forte che sia appoggiata perlomeno dalla maggior parte dei suoi sindaci, magari un civico sganciato da precise logiche di partito, che garantisca al livello più elevato la rappresentanza del variegato mondo delle autonomie in Sardegna – afferma il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa – L'Anci Sardegna ha una tradizione di presidenti autorevoli, ultimi Cristiano Erriu e Piersandro Scano.
La più importante associazione autonomistica della Sardegna non può che essere presieduta da una figura, di alto profilo, capace di rapportarsi con autorevolezza e autonomia, e se necessario anche con durezza, con la Giunta regionale e con l'Anci nazionale. E deve godere del consenso più ampio, non solo di un pezzo del Pd e di qualche alleato d'occasione".
"Ancora una volta – osservano Salvatore Deidda e Paolo Truzzu di Fdi – gli amministratori vedono sprecare l'occasione di avere un'organismo veramente rappresentativo e solidale con le battaglie dei sindaci. Il nostro augurio è che prevalga il buon senso e si arrivi ad un accordo unitario su un nome di garanzia, senza tessere di partito in tasca, che sappia affrontare con coraggio le battaglie dei comuni su spopolamento, risorse, infrastrutture e servizi".