Per scongiurare l'esclusione definitiva della Sardegna dal decreto del ministro del Lavoro sulle aree di crisi complessa, nella cui bozza l'Isola non compare in prima battuta, i segretari della Cgil, Michele Carrus, della Cisl, Oriana Putzolu, e della Uil, Francesca Ticca, hanno scritto al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. I sindacati sollecitano l'esponente del Governo a farsi carico della questione e a "disporre affinché non si venga a concretizzare un'esclusione da provvidenze davvero indispensabili per tante persone in condizioni di grave difficoltà e sofferenza, che rappresenterebbe in tutta evidenza un'insopportabile ingiustizia".
Carrus, Putzolu e Ticca ricordano anche al ministro la sua precedente disponibilità all'inserimento del territorio del Sulcis tra le aree di crisi complessa. "Ora apprendiamo che dall'estensione degli ammortizzatori e dalle forme speciali di sostegno al reddito annunciate dal suo collega ministro Poletti – scrivono – i lavoratori sardi risulterebbero esclusi per la ragione burocratica che ancora manca quel riconoscimento di area di crisi complessa che attendiamo". Nel frattempo non si placano le polemiche e il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, chiede alla Giunta di riferire subito in Aula.
Non sono bastate le rassicurazioni dell'assessora dell'Industria, Maria Grazia Piras, che aveva respinto il termine "estromissione" parlando di una "procedura aperta, per cui ci attendiamo che qualsiasi provvedimento adottato dal Governo includa anche le richieste della Sardegna". "Niente giochi di parole – ha detto Pittalis – la Regione Sardegna in questa partita c'è o non c'è e, se c'è, sta esercitando un ruolo politico o sta funzionando solo come agenzia di comunicazione del governo Renzi?".