"Io Nicola Sanna, sindaco e ufficiale dello stato civile del Comune di Sassari, dichiaro in nome della legge che siete uniti civilmente". Con queste parole, pronunciate poco dopo le 10 il sindaco del capoluogo ha celebrato la prima unione civile in Sardegna. Giovanni Fancello e Stefano Resmini sono la prima coppia gay nell'isola a essere unita in matrimonio dopo 34 anni trascorsi assieme, da quando i due avevano rispettivamente 28 e 25 anni e avevano scelto di mettere su casa insieme.
Ora, grazie alla legge Cirinnà, la loro sarà una famiglia anche per lo Stato. Ed è stata proprio la parlamentare Monica Cirinnà presente a Sassari, deputata del Pd e promotrice della legge, la prima a festeggiare l'evento e a rilanciare il tema a livello nazionale. "Nonostante la legge 76 del 2016 sia pienamente in vigore, alcuni sindaci italiani cercano di impedire e di ostacolare la celebrazione delle unioni civili, come nel caso di Trieste", è la sua riflessione. "Chi è eletto dai cittadini deve applicare correttamente la legge, non è ammessa alcuna obiezione di coscienza – dice – ed è punibile ogni decisione discriminatoria, come l'utilizzo di procedure e sale diverse da quelle del matrimonio, al quale l'unione civile è normativamente equiparata". Le nozze sono state celebrate oggi a palazzo Ducale, sede del comune di Sassari.
"Dopo le tante battaglie fatte per l'istituzione del registro delle unioni civili, la città compie un passo storico nella direzione del riconoscimento pieno di realtà che finalmente vengono regolarizzate – sottolinea il sindaco – sono contento di aver celebrato la prima unione nella storia dello stato civile del Comune di Sassari".