"Le regole della 'buona scuola' volute dal Governo Renzi confermano di non poter rispondere alle esigenze degli operatori scolastici, in particolare degli insegnanti, che meriterebbero una diversa considerazione dalle proprie Istituzioni e che invece, con assurde e inopportune pratiche burocratiche, vedono complicata la propria esperienza professionale quando non si ritrovano assegnati a istituti lontani migliaia di chilometri da casa propria".
Lo scrive, in una nota, Ignazio Ganga, segretario regionale della Cisl, sottolineando che quest'aspetto "coinvolge una cinquantina di sardi che dovranno prendere servizio in altre realtà, insieme a 300 colleghi che accoglieremo nelle scuole sarde provenienti da altre regioni e che prenderanno servizio nel prossimo anno scolastico con tutto il disagio conseguente anche per loro".
"E' improcrastinabile – prosegue – che la Regione intervenga sul sistema dell'istruzione regionale con una spinta che lo supporti e lo stimoli verso un profondo processo che tenga conto della specificità culturale, identitaria e, soprattutto geografica dell'Isola". La Cisl sollecita pertanto la legge regionale sull'istruzione e sulla formazione, "utile ad irrobustire gli indirizzi regionali sul diritto allo studio e a superare l'affannoso rito annuale delle linee guida per il dimensionamento", ma soprattutto "capace di rilanciare un nuovo progetto di autonomia scolastica per l'Isola".