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Entro il 2018 il metano, di cui l'Isola è priva, unica regione in Italia, entrerà nelle case dei sardi. Lo ha annunciato questa mattina l'assessore regionale dell'Industria, Maria Grazia Piras, nel corso della presentazione del Patto per la Sardegna per la parte relativa alla metanizzazione.

"Entro due anni, infatti, costruiremo i primi depositi costieri – ha spiegato l'assessore – dove sarà stoccato il Gnl. Da qui sarà trasportato, su gomma, nei 38 bacini dislocati nell'Isola. Questo in attesa della realizzazione della dorsale sarda interna di trasporto che sarà costruita per fasi e per la quale ci vorrà più tempo". La dorsale andrà a soddisfare una domanda di 560 milioni di metri cubi per una copertura pari all'88%. Il costo di realizzazione della dorsale graverà in parte sulla tariffa nazionale di trasporto (578 milioni di euro). Quello di realizzazione degli adduttori che collegano la dorsale ai bacini sarà redistribuito sulla tariffa di trasporto regionale del resto d'Italia, incidendo "in modo irrilevante" sulla bolletta dell'energia elettrica.

Nel Patto per la Sardegna sottoscritto con il premier Renzi la quota riservata alla metanizzazione è di 1,578 miliardi. Cifra che comprende i 578 milioni per la dorsale e 228 mln per la costruzione dei bacini rigassificatori. "Ciò che mi preme sia chiaro – ha precisato il governatore Francesco Pigliaru – è l'impegno preso dal governo di garantire pari opportunità rispetto al resto del Paese". Ovvero, "che il metano arrivi nelle case dei sardi a prezzo uguale o inferiore rispetto a quello pagato in continente". Ciò sarà possibile attraverso un intervento compensativo del Governo nel caso in cui il costo di approvvigionamento del Gnl salga troppo.