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Confermata la condanna a nove anni di carcere per l'ex assessore regionale della Sardegna Marco Carboni, accusato di aver aggredito l'ex moglie. I giudici della Corte d'Appello di Cagliari, dopo circa quattro ore di camera di consiglio, hanno pronunciato la sentenza accogliendo le richieste del sostituto procuratore generale Maria Grazia Genoese, che aveva sollecitato la conferma della condanna inflitta lo scorso anno, a febbraio, dal collegio della prima sezione penale del Tribunale.

Anche la Corte presieduta da Giovanni Lavena non ha dunque avuto dubbi: sarebbe stato l'ex assessore regionale ai Trasporti, Marco Carboni, il 22 settembre di tre anni fa, a fare irruzione nella villetta di famiglia di Selargius dove vive l'ex moglie, costringendo la donna a spogliarsi e a subire delle umiliazioni. Col volto coperto da un casco, modificando la voce, l'ex politico era stato però riconosciuto dai familiari e persino dal cane. Prima di fuggire aveva preso degli orologi per simulare una rapina. Carboni, difeso dagli avvocati Leonardo Filippi e Luigi Isolabella, era accusato di rapina e violenza sessuale.

 L'ex moglie e gli altri familiari presenti al momento dell'irruzione, si sono costituiti parte civile con gli avvocati Luigi Concas e Massimo Macciotta. A coordinare le indagini erano stati i carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura, coordinati dal procuratore aggiunto Gilberto Ganassi, ma poi nel processo di primo grado era stato sostituito in aula dal pm Diana Lecca. Nell'appello il sostituto procuratore generale ha concluso elencando i vari indizi raccolti dagli investigatori e sollecitando la conferma della condanna. Inutile la lunga arringa dei difensori, durata tutta la mattina e parte del pomeriggio. All'uscita dalla camera di consiglio, il presidente Lavena ha sentenziato: confermati nove anni di carcere.