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I quattro detenuti del carcere di Oristano che nell'estate del 2014 avevano lavorato assieme agli archeologi delle Università di Sassari e Cagliari nel sito archeologico di Mont'e Prama, dando un contributo importante alla scoperta e al recupero di due nuovi Giganti esposti ora nel Museo archeologico Giovanni Marongiu di Cabras, potranno ripetere la loro esperienza. Lo ha confermato il direttore della Casa circondariale di Massama, Pier Luigi Farci, in occasione della celebrazione del 199/o anniversario della fondazione del Corpo della Polizia penitenziaria.
Ma c'è di più. Il modello di collaborazione sperimentato a Mont'e Prama – come ha spiegato Farci – è riconosciuto ormai come una buona prassi consolidata e ha tutte le carte in regola per diventare un modello da esportare a livello nazionale con un progetto che potrebbe coinvolgere istituti di pena della penisola vicini ad importanti siti archeologici. Per quanto riguarda la ripetizione dell'esperimento a Mont'e Prama, bisognerà però ancora attendere. La convenzione tra le istituzioni interessate è già stata firmata, ma la riapertura del cantiere, prevista per il mese di febbraio, è saltata per questioni burocratiche.
Stesso discorso per il nuovo cantiere della Archeosistemi, che con il ribasso d'asta di 40 mila euro del precedente appalto potrà proseguire gli scavi su un rilievo a nord ovest del sito che potrebbe nascondere qualche cosa di molto interessante. Gli archeologi sono pronti a riprendere lo scavo ma devono fare i conti con i tempi lunghi per la firma del nuovo contratto.