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Utilizzavano timbri e fatture di altre società e smerciavano capi di abbigliamento e oggettistica soprattutto a commercianti cinesi, senza pagare le tasse. Una maxi frode fiscale, con Iva non pagata per 1,5 milioni di euro e con l'emissione di fatture fasulle per 7,5 milioni, è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Cagliari. Cinque persone sono state denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.
Si tratta di due napoletani e di tre fratelli tunisini, residenti a Casablanca. I cinque gestivano una "società di fatto" anche se non registrata e si occupavano di importare e smerciare vestiti e oggetti che venivano poi venduti a commercianti, soprattutto cinesi, nel cagliaritano e in tutta la Sardegna. Le indagini del militari del Gruppo delle Fiamme gialle sono partite a seguito di un controllo fiscale a carico di uno dei commercianti cinesi. Sono saltate fuori le fatture per l'acquisto della merce – pagate rigorosamente in contanti – con le intestazioni, la partita Iva e i timbri di alcune società. Ma i titolari delle ditte non ne sapevano nulla. A quel punto i finanzieri hanno deciso di approfondire gli accertamenti, scoprendo che le fatture erano false.
Secondo quanto accertato dai militari, i cinque avevano rubato le identità fiscali delle varie aziende effettuando cessioni all'ingrosso di capi di abbigliamento ad imprese regolari, fatturando però tali operazioni avvalendosi di timbri e dati fiscali di soggetti economici terzi, ignari del furto di identità fiscale.
La frode è durata dal 2010 al 2014. In questo modo i cinque riuscivano a non pagare le tasse, vendendo la merce a prezzi stracciati. Complessivamente sono state accertatati 8 milioni di ricavi per i quali non è stato pagati nulla al fisco, 1,5 milioni di Iva evasa e 7,5 milioni di fatture per operazioni inesistenti. Timbri e documentazione fasulla sono stati sequestrati