Gli esperti di limba del Csu lanciano l'allarme: il Consiglio regionale rischia di approvare una legge che riduce il sardo a un dialetto. E lancia un appello a intellettuali, forze politiche, consiglio, governo regionale e commissione: "Non convincono il Coordinamento pro su Sardu Ufitziale le ultime iniziative della commissione Cultura del Consiglio che ha annunciato recentemente in un comunicato un'iniziativa per unificare in un testo unico tre proposte di legge". "Di fatto, però, nel comunicato ufficiale si riferisce che, durante l'audizione dell'assessore Firino, svoltasi lunedì scorso, sarebbe stata illustrata solo la proposta numero 167, che all'associazione di militanti, esperti e appassionati della lingua non piace per nulla", ha sottolineato il Csu che teme "un'impostazione dannosa perché sancirebbe ufficialmente, se approvata, la divisione del sardo e la fine del sogno di una lingua unitaria. Si farebbe ridere l'Europa delle minoranze promuovendo le nostre 'parlate di appartenza' (cioè i dialetti) invece che una lingua normale e ufficiale".
"Neppure un cenno – ha continuato il Coordinamento – alle altre lingue della Sardegna: catalano, ligure, gallurese e sassarese. Alternativa e controproposte? Agire sullo Statuto, rafforzare la standardizzazione unitaria, creare un'agenzia indipendente senza pesare troppo sulle casse pubbliche riconvertendo enti già esistenti. Avere un progetto complessivo che non sia solo quello di insegnare ai bambini che il sardo non è una lingua, ma un coacervo di dialetti di appartenenza".