L'integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità e ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi. Non solo: è importantissimo anche per la capacità di fornire beni e servizi all'uomo. È la conclusione di uno studio condotto da un team di geologi e biologi marini dell'IFREMER (Francia), dell'Università Politecnica delle Marche, del CNR-ISMAR, e dell'Università degli Studi di Cagliari con Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente.
Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports. I risultati di questo lavoro – spiega l'ateneo del capoluogo – evidenziano che l'efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l'eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l'instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi.
Lo studio sottolinea l'urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l'integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea.
La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l'analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi.
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