Tutti contro la Asl unica tranne l'Ogliastra. E' quanto emerge dalle audizioni della commissione Sanità, che ha ascoltato i responsabili delle Conferenze socio-sanitarie della Sardegna.
Unica voce fuori dal coro quella di Paolo Fanni, sindaco di Barisardo e rappresentante della Conferenza dell'Ogliastra, che ha dichiarato di essere favorevole all'Asl unica perché "può essere lo strumento per fare una buona riforma e potenziare la rete dei servizi: ma la proposta, a nostro giudizio, può essere migliorata".
Fortemente negativo, invece, il parere di Antonio Succu, sindaco di Macomer ed esponente della Conferenza di Nuoro, che ha visto nella proposta "un nuovo centralismo sanitario che porterà più burocrazia ed una progressiva decadenza dei servizi in tutti i territori ma soprattutto nell'area nuorese". Secondo Gianfranco Soletta di Sassari, che ha proposto uno schema a tre Asl, questa riforma "è arrivata dopo un dibattito molto limitato che non ha coinvolto i territori e rischia di aggiungere ulteriore confusione a quella che ha caratterizzato il percorso della riforma degli Enti locali".
A giudizio di Teresa Pani, di Sanluri, "la prima necessità è quella di salvaguardare la sanità sul territorio e anche l'accentramento della governance va visto in questa ottica, nel senso che potrà funzionare solo se sarà in grado di eliminare le tante diseguaglianze della sanità sarda".
Il tema della marginalizzazione dei territori è stato ripreso da Luigi Mastino della Conferenza di Oristano, secondo il quale "con la Asl unica le realtà locali avranno un ruolo sempre più residuale e Nuoro ed Oristano, in particolare, resteranno schiacciate dalla polarizzazione attorno a Cagliari e Sassari".
Andrea Biancareddu, sindaco di Tempio Pausania e rappresentante della Gallura, ha espresso la posizione nettamente contraria del suo territorio. "Non c'è nessun rapporto fra questa riforma e quella degli Enti locali e fra la Asl unica e la nuova rete ospedaliera".
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